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  • Immagine del redattoreLaura Invernizzi

Will, il corvo parvenu (a detta di Sir Greene)

Apro ancora una volta l’armadio dei ricordi per far riemergere una serie TV – anche se sarebbe meglio dire sitcom – inglese.

Lo faccio in occasione dell’anniversario della morte di William Shakespeare avvenuta il 23 aprile 1616

Perché è proprio lui il protagonista di Upstart Crow, titolo ricavato da una definizione una definizione realmente usata dal rivale Robert Greene per definire Shakespeare “un corvo parvenu beatificato dalle ns penne…

Il fatto che Will (come lo chiama la moglie Anne Hathaway) sia un attore che si cimenta nella scrittura di pièce teatrali, ma anche di sonetti, non piace molto a Sir Green che non perde occasione per denigrare o mettere in cattiva luce il nostro autore.


Battute e giochi di parole per questa sitcom trasmessa dalla BBC Two tra il 2016 e il 2018, tre stagioni da 6 episodi ciascuna e 2 Christmas Special, con altrettante guest star - Emma Thompson nel 2017 che interpreta Elisabetta I, e Kenneth Branagh (irriconoscibile) nel 2018 che strizza l’occhio al Christmas Carol di Dickens.


Vediamo Shakespeare alle prese con la scrittura di un testo teatrale, alle difficoltà e ai dubbi di quanti ascoltano o leggono…come nella prima puntata in cui lo troviamo insieme alla figlia Susanna per la lettura di Romeo e Giulietta - vi riporto qualche battuta:


"Romeo, Romeo! Perché sei tu Romeo?" Scusate, padre, ma quanti anni dovrebbe avere questa stramba depressa?”

“La ragazza ne ha tredici, mia cara.” le risponde

“Già, perché io ne ho tredici.”

“Esatto. Pensavo sarebbe stato divertente sentire la mia Giulietta parlare con la sua vera voce...Prima che il ruolo vada ad un quarantenne con due noci di cocco nel corsetto.”

“Io non parlo in questo modo, padre. Sembro una completa testa di rapa!”

“Sì, cara. È il tuo timbro dolce e servizievole che volevo simulare e non i grugniti monosillabici che di solito offrono le conversazioni con te.”


Successivamente le dice anche che è quasi pentito di averle insegnato a leggere…e in effetti la condizione della donna, il fatto che non contino nulla e non possano fare quello che più desiderano viene spesso sottolineato con battute sarcastiche…ne riparliamo anche dopo.

Le vicende - che sono frutto della mente di Ben Elton, anche se ci sono basi storiche tratte dagli scritti di Shakespeare - sono indicativamente ambientate a partire dal 1592, data in cui è apparsa nel trattato di Green la frase denigratoria su Will.


Shakespeare si sposta da Stratford-upon-Avon a Londra e i viaggi sono spesso descritti come farebbe un pendolare dei nostri giorni!

A casa oltre alla figlia Susanna (che come avete potuto capire è come grumpy cat, scorbutica e arrabbiata col mondo), la moglie Anne, gli atri due figli, il padre di Will, John - non esattamente un uomo fine – e la madre Mary Arden.

A Londra troviamo altri personaggi. Bottom, il suo “valletto” e Kate, figlia del proprietario presso cui Will alloggia.

Kate è intelligente e ben istruita, col pallino di diventare attrice, gli scambi di battute tra i due sono all’ordine del giorno:

Le donne non possono recitare, è illegale.” - le dice Will - “Senza considerare che le donne non sanno recitare.

Esattamente come non sanno praticare la professione forense, curare i malati, gestire questioni finanziarie o ricoprire un ruolo politico.”

Kate controbatte “Ma a nessuna donna è mai stato permesso di provare a fare tutto ciò.

Perché non sanno farlo!” su insistenza di Kate rincara la dose “Ma, Kate, sai molto bene che è illegale che le donne facciano cose interessanti.

Dunque la nostra unica risorsa è il matrimonio e se riusciamo a sposare idioti ricchi e innamorati, allora è ancora meglio.” Il sarcastico commento di lei.

Ma Kate non demorde e in qualche modo la spunta, anche se non riesce a recitare la parte di Giulietta.


Troviamo anche Sir Green che ha il volto di Mark Heap (il postino impacciato di Lark Rise To Candlefort di cui ho parlato nella seconda puntata).

Poi ci sono gli attori della compagnia e Kit Marlowe, drammaturgo e poeta che a corto di idee cerca sempre di convincere Will a cedergli qualche testo.


Ho ritrovato nei miei scritti, un commento sulla serie – purtroppo non è più disponibile online quindi non riesco a linkarlo nei commenti - è di Danila Giancipoli apparso su vertiga24.net.


Il gioco di parole che Elton crea basandosi sui versi di Shakespeare, non può non colpire lo spettatore. È un meccanismo originale che dà vita ad una sfumatura alquanto diversa nel panorama del palinsesto televisivo. Il background storico letterario non delude anche i più appassionati lettori, anzi li sprona ad apprezzare un notevole azzardo nei confronti di un uomo immortale. La materia shakespeariana diventa un pretesto, mentre William Shakespeare si trasforma in una versione di se stesso che non abbiamo mai visto: uno scrittore divertente, dalla battuta pronta, pungente e provocatorio. Un uomo semplice di cui non importa il genio, ma le strambe idee.


La serie non è mai stata proposta in Italia, esistono dei dvd e se volete saperne di più sulla pagina della BBC c'è una sezione dedicata alla sitcom con qualche video (si trova qualcosa anche su YouTube).


Dopo il successo della sitcom in patria è stato realizzato uno spettacolo teatrale, non un adattamento della serie – come ha spiegato l’autore – ma un testo originale.

Ha debuttato lo scorso 7 febbraio di quest’anno ed erano previste repliche fino al 25 aprile, ma a causa del lockdown dovuto al Coronavirus si sono interrotte a metà marzo.

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