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Viaggi culinari

  • Immagine del redattore: Laura Invernizzi
    Laura Invernizzi
  • 28 mag
  • Tempo di lettura: 8 min

La tavola e il cibo sono stati spesso protagonisti di questo podcast già dalle primissime puntate: c’è n’è stata una dedicata ai migliori Thanksgiving portati in TV e poi Midnight Diner: Tokyo Stories (attendo sempre che Netflix possa rendere disponibili tutti gli episodi realizzati in precedenza e i lungometraggi).

La puntata 30, “In cucina con le serie TV” sui libri/siti di ricette legate agli show più famosi, ancora Giappone e serie/documentari con “Itadakimasu”, mentre la puntata 77, “Volano coltelli” aveva come focus principale The Bear, all’epoca appena uscita…(ah il 26 giugno esce la quarta, come vola il tempo!!!) a cui accostavo anche la figura di Bourdain.


Complice l’uscita su Disney + di Tucci in Italy il 19 maggio preceduta da Il Gusto di Casa (No Taste Like Home with Antoni Porowski), ho deciso di tornare sull’argomento cibo ed in particolare sulle docuserie che ne parlano portandoci però alla scoperta anche di luoghi e tradizioni.

E ce ne sono parecchi, ma prima di entrare nel dettaglio di titoli, contenuti, differenze mi piace analizzare un po’ meglio il fenomeno (sperando che tutto il lavoro che faccio non venga utilizzato per dei post di account ben più grandi del mio senza citare la fonte, come accaduto per la puntata Perché facciamo rewatch?).

Scusate mi sono tolta un sassolino dalla scarpa anche qui.

 

Ora proseguo senza indugi! 

Nel post Turismo gastronomico: l'impatto dei programmi televisivi sul cibo sulle industrie locali, pubblicato dall’Università della Florida Centrale riporta che secondo la World Food Travel Association, l'80% dei viaggiatori cerca esperienze culinarie quando visita nuove destinazioni, e i programmi tv giocano un ruolo chiave nel promuovere luoghi e ristoranti.

Ad esempio, Parts Unknown di Anthony Bourdain ha fatto scoprire al pubblico americano culture e cibi insoliti, collegando turismo e gastronomia. Allo stesso modo, Chef’s Table di Netflix ha mostrato il cibo come forma d’arte a livello globale.

 

E ancora Darin Bresnitz nel suo articolo “Assaporare il mondo dentro e fuori dallo schermo: perché i programmi TV su cibo e viaggi sono più essenziali che mai pubblicato su LinkedIn a giugno 2023, sottolinea come questi programmi – in un contesto in rapida evoluzione che tende a cadere nell’omologazione – riescano ancora a offrire contenuti autentici, capaci di superare le barriere culturali e di raccontare storie vere. L’autore evidenzia che non si tratta solo di intrattenimento visivo: i programmi su cibo e viaggi stimolano i sensi e creano un legame emotivo profondo con lo spettatore. Che si tratti di raccontare la storia di un piccolo ristoratore o di esplorare territori poco noti, queste serie riescono a catturare l’attenzione e l’interesse di un pubblico sempre più desideroso di scoprire realtà autentiche.

 

Uno dei precursori è stato sicuramente Anthony Bourdain e i suoi programmi: A Cook’s Tour, due stagioni uscite tra il 2002 e 2003 su Food Network. Come diceva in apertura “Come chef, i sapori e gli odori sono i miei ricordi, adesso ne cerco di nuovi. Quindi lascio New York e spero di avere qualche rivelazione (epiphany) in giro per il mondo e sono disposto a tutto per riuscirci”.

Un po’ una sfida più che un vero programma di approfondimento che invece saranno sviluppati in seguito con No Reservation, andato in onda tra il 2005 e il 2012 per un totale di 9 stagioni e l’ultimo Parts Unknown, più riflessivo, politico e intimo con viaggi in luoghi meno turistici con grande attenzione alle storie umane, iniziato nel 2013 e conclusosi dopo 12 stagioni nel 2018. Solo un episodio dell’ultima stagione era stato completato prima della morte di Bourdain, la CNN ha deciso comunque di mandarla in onda: quattro episodi sono stati terminati con il contributo degli ospiti presenti, mentre altri due sono diventati speciali retrospettivi e tributi alla sua vita e al suo impatto. L’episodio girato in Alsazia, invece, non è mai stato trasmesso.  Nell’episodio 4 si sottolinea proprio il suo contributo nel rivoluzionare i programmi di viaggi e cucina, la capacità di Bourdain di connettersi con le persone a un livello profondo, facendole sentire comprese e supportate. Si parla anche della sua onestà, a volte brutale, nel descrivere ciò che vedeva. La sua abilità nel trasformare anche argomenti controversi in opportunità di apprendimento, Bourdain era consapevole di come il suo lavoro stesse cambiando la percezione del mondo e incoraggiava gli altri a fare le proprie esperienze.

Dopo la morte di Bourdain, molti contenuti non sono più disponibili sulle piattaforme streaming almeno in Italia, ma per fortuna quasi tutti i programmi si trovano su YouTube. Per completezza di informazione segnalo anche The Layover, format con un ritmo più veloce 24/48 ore in una città (20 episodi andati in onda tra il 2011 e il 2012).

A gennaio 2018 esce su Netflix Somebody Feed Phil. Qualcuno dia da mangiare a Phil.  E Phil Rosenthal (sceneggiatore e produttore televisivo) mangia…tanto, sempre.

In questa docuserie giunta all’ottava stagione (dal 18 giugno) il nostro protagonista ci porta a conoscere a scoprire le città, i piccoli produttori, abitanti ed amici con uno stile unico, fatto di curiosità, espressioni buffissime e tanto cibo. Un elemento distintivo della serie è la presenza della famiglia di Phil. Nelle prime stagioni, gli episodi si concludevano con videochiamate ai suoi genitori, Max e Helen, per condividere le esperienze culinarie.Per qualcuno la formula è poco interessante e personalmente ho trovato la settima stagione non all’altezza delle precedenti. Ammetto però di essermi segnata degli indirizzi da visitare a Londra (e di essere andata proprio in un ristorante indiano visitato nella puntata londinese).


È uscita sempre su Neflix ad ottobre 2018 Salt Fat Acid Heat altra serie culinaria composta da quattro episodi basata sull'omonimo libro di Samin Nosrat, che ci accompagna in Giappone, Italia, Yucatan (Messico) e a Berkeley (California) alla scoperta di questi elementi. Non l’ho trovata memorabile, ma merita sicuramente una menzione perché c’è anche il sito dedicato al libro e serie in cui vengono riportate le ricette.


David Chang, celebre chef e fondatore di Momofuku (nel 2009 ottenne 2 stelle Michelin e le mantenne fino alla chiusura nel 2023), ha portato la sua passione per il cibo e la cultura in diverse serie su Netflix, tra cui Ugly Delicious, due stagioni tra il 2018 e il 2020 e Breakfast, Lunch & Dinner, 4 episodi nel 2019.

Credo di aver iniziato da quest’ultima e ricordo la mia perplessità soprattutto la prima puntata decisamente sopra le righe, ma occorre riconoscere che ha sicuramente ha dato il via a quel genere di docuserie in cui il cibo è il filo conduttore, ma i veri protagonisti sono le relazioni umane, le celebrities fuori dal proprio contesto e il confronto culturale.

In Ugly Delicious, ogni episodio si concentra su un piatto o concetto specifico, esplorando come viene preparato in diverse regioni e come si è evoluto nel tempo. Affronta anche temi più ampi come l'autenticità culinaria, l'immigrazione e il razzismo, utilizzando il cibo come lente per esaminare questioni culturali e sociali più profonde. 


Nel 2019 anche un altro famoso chef, Gordon Ramsay si è cimentato in una docuserie dal titolo Uncharted (in Italia tradotto inspiegabilmente come Fuori Menu). Venne definita dal produttore - National Geographic - una spedizione antropologica attraverso la cucina per scoprire le persone, i luoghi e i sapori più incredibili che il mondo ha da offrire, seguendo la gente del posto nella loro quotidianità e nutrendosi nello stesso modo.

Disponibile in Italia su Disney+ (due stagioni delle tre realizzate), ma anche su YouTube, proprio nel canale di Nat Geo. Qui ci sono centinaia di video e stagioni complete di diversi programmi (canale sicuramente da tenere presente nel caso non si abbiano abbonamenti o si cerchi qualcosa di diverso dal solito palinsesto).

Ammetto di aver visto solo il primo episodio e concordo con quanto scritto da alcuni criticiGordon Ramsay ha soprattutto ego e acido che gli escono dai pori e sopraffanno i sensi”, ha detto Andy Dehnart e ancora Carol Midgley “l'energia maniacale di Ramsay crea sempre un'atmosfera leggermente aggressiva, quindi ogni volta che lo guardo mi sento leggermente irritata.” La stessa sensazione che ho percepito e che mi fa dubitare sul proseguire la visione di altri episodi, anche se i luoghi visitati sono particolari: la Valle sacra degli Inca in Perù, l’Alaska, il Laos, Guyana solo per citarne alcuni.

 

"Sono affascinato dalle mie origini italiane, quindi sto viaggiando attraverso l'Italia per scoprire come il cibo in ciascuna delle 20 regioni di questo Paese sia unico come le persone e il loro passato."

Quella che vi ho appena letto è la frase chiave di Stanley Tucci (che tutti sicuramente conoscerete per le sue interpretazioni): Searching for Italy, programma prodotto dalla CNN e andato in onda tra il 2021 e il 2022. In un'intervista Tucci ha riconosciuto l'influenza di Parts Unknown: "Lo show che stiamo realizzando è nettamente diverso dal suo: io non sono lontanamente avventuroso come lo era Tony, nemmeno lontanamente. O altrettanto coraggioso. Ma quello che ha fatto lui è stato aprire le porte a tutti noi interessati al cibo e ai viaggi, per esplorare a modo nostro. Era uno scrittore straordinario, una brava persona e un grande esploratore della condizione umana attraverso il cibo, lasciando un'eredità profondissima."

Nonostante le recensioni positive e tre Emmy, il network non ha rinnovato la serie – girata in alcuni casi in piena pandemia – e l’idea di Tucci di visitare tutte le regioni non è stata portata a termine. Vi faccio l’elenco dei contenuti delle 14 puntate, anche se la serie non è mai uscita in Italia e non si trova su YouTube, ma magari per chi mi ascolta dall’estero è possibile vederla: Napoli e la Costiera Amalfitana, Roma, Bologna, Milano, Toscana, Sicilia, Venezia, Piemonte, Umbria, Londra (in cui ha parlato di produttori, ristoranti ed iniziative italiane), Calabria, Sardegna Puglia e Liguria.

Tucci ha deciso però di continuare la serie su un'altra piattaforma e nel 2024 ha iniziato le riprese di una nuova docuserie intitolata Tucci in Italy, prodotta da lui attraverso SALT Productions e BBC Studios, i cui primi episodi sono disponibili – come dicevo in apertura –  in Italia su Disney + dal 19 maggio a cadenza settimanale (Toscana, Lombardia, Trentino, Abruzzo e Lazio).

Credo che il miglior modo per comprendere le unicità di un Paese e del suo popolo sia proprio il cibo. E l'Italia ne è l'esempio più lampante. Dove perfino la forma della pasta e il sugo che la accompagna parlano direttamente all'identità e differenzia nettamente il carattere e la storia di ogni regione. Sono Stanley Tucci e sto esplorando le complesse connessioni tra la terra, le persone

e il cibo che consumano per scoprire l'essenza di ciascuna regione del mio Paese del cuore: l'Italia.”

(Questi i titoli di apertura che spiegano la serie)


Rimanendo sempre su Disney+ canale National Geographic troviamo il già citato Il Gusto di Casa (titolo originale No Taste Like Home with Antoni Porowski). Lo chef accompagna i suoi ospiti famosi in un viaggio alla ricerca delle proprie radici connesse ovviamente al cibo. Avevo già avuto modo di apprezzare lo stile di Antoni e al sua passione all’interno di Queer Eyes e la serie è rivelata molto interessante e con taglio inedito e misterioso (ho qualche dubbio su come siano riusciti a ricostruire gli alberi genealogici degli ospiti così bene, ma è la mia diffidenza a parlare).


Vedendo e parlando di queste docuserie, in cui l’Italia fa sempre capolino, mi è tornata in mente una trasmissione che vedevo sulla Rai anni fa la domenica intorno all’ora di pranzo: Linea Verde.

Il format ovviamente era ed è diverso, la narrazione più neutra, centrata su informazione e valorizzazione locale, anche delle tradizioni adatto ad un pubblico generalista. Ma sicuramente ci ha fatto scoprire borghi e luoghi ben prima di tanti influencer che ce li snocciolano con video tutti molto simili tra loro.


Sicuramente mi sono persa qualche titolo, soprattutto nel panorama italiano che da sempre propone programmi di cucina, ma al massimo faremo una seconda parte.

Alberto mi suggerisce di citare Chef Rubio e suoi programmi, anche a mio avviso sono più legati alla ricerca di un cibo che ad un approfondimento culturale come quelli che ho inserito qui, ma attendo vostri suggerimenti (Chef’s Table non vale perché parla di cibo in modo diverso...



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