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Immagine del redattoreLaura Invernizzi

Up The Women

Aggiornamento: 8 nov 2021

Qualche settimana fa Lorella Zanardo sulla sua pagina FB Il corpo delle donne ha ricordato un’iniziativa che ha portato nelle scuole qualche anno fa, la visione del film Suffragette e - cito il suo post - introducendo il tema del lottare per i nostri diritti e chiedendo alla fine della proiezione alle ragazze e ai ragazzi "Per cosa vi battereste oggi?."

Ha quindi invitato le lettrici a preparare l'8 marzo pensando ad organizzare eventi ed incontri utili, centrati su quanto sosteneva Maria Giudice "Le Donne sapranno liberarsi dal doppio sfruttamento solo se potranno trovare in se stesse la forza di farlo".


Io non so quanto possa essere utile il mio podcast, ma raccolgo l’appello e vi parlo di Up The Women una sitcom inglese del 2013 (sconosciuta in Italia, ma recuperabile in dvd e in ogni caso vi lascio un trailer abbastanza esplicativo) che parla delle suffragette nell’Inghilterra dei primi del 900.

Trattandosi di una sitcom, è davvero divertente, ma allo stesso tempo ci mostra attraverso le battute le difficoltà riscontrate dalle donne, non solo per quanto riguarda i pregiudizi degli uomini ma anche dalla loro stessa mentalità che le porta a non osare.


L’autrice nonché attrice Jessica Hynes, aveva già dal 2009 cercato di sviluppare un film su una suffragetta che pianifica un omicidio, ma si era resa conto che poteva diventare troppo cupo. Da qui l’idea di cambiare completamente registro - e un po’ il soggetto - optando per una sitcom.

Quindi ambientazione ridotta la minimo, pubblico presente e presa diretta… indubbiamente un azzardo, ma che è stato accolto molto bene, merito dei dialoghi brillanti e sarcastici e delle attrici di cui torniamo a parlare dopo.


Partiamo dalla trama siamo nel 1910 nello spazio adiacente alle chiesa di Banbury, nell’Oxfordshire. Qui si ritrova Intricate Craft Circle, un gruppo di donne che si dedicano al ricamo.

Durante un viaggio a Londra, Margareth - interpretata dall’autrice di Up the Women - scopre l’esistenza del movimento delle Suffragette e decide di portare avanti la causa anche nel suo circolo.

Cosa non facilissima perché nonostante sia una donna di una certa cultura, teme sempre di apparire troppo e quindi soffoca i suoi slanci (come quando spiega sacrestano Mr Miller come funziona l’elettricità e la lampadina che ha in mano per poi decidere che si sta esponendo troppo - mettendo in difficoltà un uomo - e quindi tace).

Anche all’interno del gruppo di ricamo l’idea di far votare le donne non incontra molto entusiasmo.

"Perché - dice Helen, quella più agguerrita e dispotica - occorre cambiare le cose? mio marito vota quello che gli dico io."

O ancora ci vengono mostrate le false credenze:

Margaret non potrà mai essere una suffragetta. Sono tutte mascoline, zitelle, piatte con il sedere grosso, no?

Ho letto che hanno teste malformate e zampe palmate.”


Nonostante questo alla fine il gruppo viene denominato Il Circolo dell'Arte del Ricamo di Banbury che Richiede Educatamente il Suffragio Femminile - esige francamente (la prima proposta di Margareth) era considerata troppo audace.


Oltre Margareth troviamo nel circolo:

Myrtle, la più anziana del gruppo ma anche la più disinibita, racconta senza il minimo pudore le avventure e gli uomini importanti incontrati quando era giovane. Ad interpretarla Judy Parfitt, lunghissima carriera - teatro, cinema e tv - era Sister Monica Joan in Call the Midwife (serie tv in onda su la 5)

Di tutt’altro stampo la figlia - Helen di cui ho accennato prima - donna di polso che comanda e bacchetta un po’ tutti, poi in realtà ha avuto anche lei qualche problema da giovane con la futura Emmeline Pankhurst (leader del movimento delle suffragette). Anche in questo caso abbiamo un’attrice conosciuta anche da noi Rebecca Front (è nel cast di Avenue 5 ed è stata Mrs Bennet in Death Comes to Pemberley, trasposizione del libro di PD James)

Helen si porta dietro anche la figlia Emily, all’inizio silenziosa e succube della madre, ma che rivela un carattere forte, indipendente e rivoluzionario, forse è la più convinta della possibilità di attuare un cambiamento.

Abbiamo poi Eva, indubbiamente la più bella e giovane del gruppo (esclusa Emily), ma già madre di 14 figli (15 in arrivo) che lei chiama affettuosamente coniglietti.

Molto particolare la scelta dei nomi Libertà, Carità, Pazienza, Provvidenza, Prudenza, Giustina, Ernestina, Costanza, Clemenza, Castità, Verginità, Astinenza, Moderazione e John.

Infine Gwen, vive con la madre, prepara dolci e prelibatezze per tutti, non capisce le battute e alcune dinamiche, ma nel corso delle puntate rivela il suo valore, quando ad esempio si presenta vestita da uomo confessando che lo fa spesso perché così può ottenere rispetto o dopo la morte del padre, gestire e sistemare le questioni aperte.

Gli unici uomini presenti stabilmente nel cast sono il già citato Mr Miller e Thomas figlio del reverendo che studia medicina, sviene facilmente e si prende una cotta per Emily che ricambia goffamente.


Una sitcom piena di humor inglese, ma che attraverso le battute mostra tutte le limitazioni della condizione femminile dei primi del 900, molto spesso perpetrata dalle stesse donne.

La serie conta di 9 episodi da 30 minuti ciascuno ed è stato trasmessa dalla BBC Four (e poi Two) tra il 2013 e il 2015.


Anche i titoli di testa sono interessanti il brano si intitola 'Nana was a suffragette' di Jules Gibb. La traduzione recita così:

Nonna era una suffragetta.

Non ha mai pensato di sbagliare/fallire.

Nonna era una suffragetta,

È stata una notte in carcere.

Predicava: "Il voto alle donne"

È solo l'inizio,

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