Telefìlm s. m. [comp. di tele- e film]. – Film girato con la macchina da presa cinematografica (non con la telecamera) e destinato a essere trasmesso per televisione; è caratterizzato, di solito, dalla breve durata, e realizzato come parte di una serie (ma con episodî autosufficienti), all’interno della quale si mantengono costanti uno o più elementi (il protagonista, l’ambientazione, ecc.).
Questa è la definizioni della Treccani, parola usata per molti anni per definire quello che guardavamo, ora invece si parla di serie TV (molto poco usato il termine serial - lo avevo detto anche nel pilot - che in verità sarebbe più corretto per definire quando abbiamo a che fare con una narrazione o trama orizzontale).
A cambiare in realtà non sono solo i nomi con cui definiamo ciò che guardiamo, ma anche le stesse produzioni e le modalità di fruizione…ma è un passo avanti o un passo a due?
Ho tra le mani ormai da diversi mesi un libro
Complex TV - Teorie e Tecnica dello storytelling delle serie TV di Jason Mittell, professore di studi americani e cultura cinematografica e dei media al Middlebury College.
581 pagine edite in Italia da Minimum Fax...libro denso di informazioni e nozioni interessanti tratti da lezioni, conferenze incontri e articoli a partire dal 2001 ma che è complesso - citando lo stesso titolo del libro - da sintetizzare senza incorrere in omissioni importanti o banalizzando nel caso ci riuscissi, ne però qualche spunto per la mia solita riflessione a voce alta, coinvolgendo anche voi qualche domanda.traggo
Con l’avvento delle piattaforme di streaming quanto è cambiata la ns fruizione? quante serie tv hanno cadenza settimanale? Con che mezzo le guardiamo? Coi tempi della TV con pubblicità e orari e giorni definiti o on demand?
Da spettatrice seriale mi sono interrogata sulle modalità che io stessa utilizzo, 1 o 2 episodi a sera (in particolare se le guardo con Alberto) a seconda della durata, delle proposte disponibili e binge watching la domenica se ho tempo, tv/divano liberi e qualcosa che mi appassiona magari da recuperare (non necessariamente cose leggere o romantiche) intervallate dai più svariati documentari.
Guardo poco la televisione generalista e nel caso di produzioni italiane - Rocco Schiavone e i recenti episodi di Montalbano ad esempio - usufruisco di Raiplay (o almeno ci provo...).
Autorispondendo alla domanda di prima posso affermare che nell’epoca del tutto e subito resistono dunque alcune serie TV che vengono mandate in onda 1 volta alla settimana (ad esempio in Italia su FOX, rispettando quanto avviene sui canali americani) o nel caso di quelli citati prima con attese più lunghe.
Spesso si pensa che il lasso di tempo tra una puntata e l’altra o peggio tra una stagione e l’altra ci faccia perdere il filo del discorso, ma in alcuni casi questo ha permesso e permette un’elaborazione dei contenuti maggiore soprattutto nel caso di narrazioni complesse.
L’autore del libro fa riferimento a Lost, considerata da molti critici la miglior serie TV di tutti i tempi, ma al di là delle preferenze personali, c’è un aspetto interessante che pone lo spettatore non solo come fruitore passivo, ma lo coinvolge.
Questo avveniva anche in passato con un community di fans che in qualche modo sorvegliavano (quasi meglio degli autori stessi) la coerenza interne della trama ma con Lost si è andati oltre…
Lostpedia un’enciclopedia online con 7383 pagine (per la versione inglese, ma ne esiste anche in italiano) dove si possono trovare tutte le informazioni sulla serie, dai personaggi principali, ai misteri, i riferimenti culturali, mappe per orientare lo spettatore che si trova di fronte qta serie così particolare, ma niente è lasciato al caso, c’è – racconta Mittel – un complesso regolamento dedicato al materiale a rischio, come speculazioni, ipotesi, parodie e paratesti creati dai fans.
Tutto questo sarebbe stato possibile con un binge watching? O come accadeva in passato acquistando il cofanetto e guardando un episodio dopo l’altro?
Qualcuno avrebbe messo in pausa, tornato indietro e analizzandone una parte? Lo fareste adesso?
Probabilmente stiamo parlando di un unicum che ha avuto quel tipo evoluzione proprio per la presenza di alcuni elementi che ora non potrebbero essere replicati o sono stati superati grazie a quanto scaturito dalla serie.
All’epoca in Italia a trasmettere Lost era Fox su Sky, per contrastare lo streaming illegale (sempre più crescente in quegli anni grazie anche alle “community” che si prodigavano gratuitamente a sottotitolare in italiano le serie tv) ciò avveniva con solo 8 giorni di distanza dagli Stati Uniti – di solito i tempi erano invece più lunghi, a volte la messa in onda da noi avveniva a distanza di mesi.
L'Italia è stata tra i 57 paesi che il 24 maggio 2010 hanno trasmesso l’ultimo episodio in contemporanea con gli USA intorno alle 5:00 di mattina (ora italiana) usando proprio i sottotitoli messi a disposizione da Italian subs, la sera invece doppiato…proprio per evitare la pirateria!
Oggi le cose stanno diversamente, vuoi anche per la stretta sui siti che offrivano questi escamotage ma anche per il fatto che per alcune piattaforme il lancio dei contenuti avviene contemporaneamente in più paesi con la possibilità di scegliere la lingua e i sottotitoli.
Come ho detto più volte in passato le nuove modalità di fruizione dei contenuti on demand ha contribuito a creare un maggior interesse intorno alle serie TV ampliando indubbiamente l’offerta (spostando l’attenzione di produttori, registi, autori ed attori dal cinema al piccolo schermo) ma diversificandola allo stesso tempo… portando alla convivenza di diverse forme narrative.
Ho accennato ad una serie TV complessa, ce ne sono molte altre (mi vengono in mente True Detective e How to Get Away with Murder…secondo Mittel si è iniziato a partire dagli anni 90) e non ho dubbi sul fatto che le proposte si moltiplicheranno, perché nonostante venga richiesta un’attenzione maggiore da parte dello spettatore c’è la volontà di spingersi un po’ più in là, grazie anche alla tecnologie per offrire al proprio abbonato un prodotto unico e diverso dai competitor (senza contare l’opportunità per gli sceneggiatori di poter attingere alla propria creatività).
Ma proprio alla luce di questo ampliamento resistono e lo si nota anche sui nostri schermi le serie episodiche – i telefilm che citavo all’inizio. Qualcosa che non ha età pur dimostrandola tutta nelle scenografie, nei costumi e nei linguaggi ma che riesce sempre a destare interesse. Il tenente Colombo, La Signora in Giallo… solo per fare due esempi.
Il segreto probabilmente sta nella durata dell’episodio, il coinvolgimento dello spettatore è circoscritto, non ci sono trame orizzontali da seguire o ricordare.
Era una scelta precisa poiché i contenuti serializzati non si sposavano bene con una delle maggiori fonti di profitto dell’industria televisiva: la syndacation. Le repliche distribuite dai consorzi di tv locali potevano andare in onda in qualsiasi ordine, mentre le trame continuative costituivano un ostacolo.
Ecco le trame continuative…si apre un altro capitolo vastissimo perché il termine abbraccia praticamente tutto quello che ci viene proposto sia dalla Tv generalista che dalle piattaforme streaming con le dovute segmentazioni tra quelle serie che hanno una trama orizzontale e all’interno degli episodi storie autoconclusive o che si protraggono per qualche episodio (non solo investigative) a quelle che invece non hanno un loro schema o caso interno alla singola puntata comedy o drama o il più delle volte un mix di elementi.
Torno dunque ad una delle domande iniziali: Con l’avvento delle piattaforme di streaming quanto è cambiata la vostra fruizione? Si è modificata a causa di quanto sta avvenendo? Ma soprattutto cosa preferite vedere: qualcosa di nuovo, intrigante e complesso, i classici senza tempo che ho citato prima o seguite da tempo alcune serie TV?
Sì, lo so ho fatto una puntata complessa, ho aperto mille porte e le ho lasciate spalancate con le mie domande…ma tornerò a chiuderne qualcuna e magari a trovare le risposte con voi.
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