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  • Immagine del redattoreLaura Invernizzi

Shooting the Past

Prima puntata della seconda stagione de Il divano chiama, un podcast che racconta le serie TV, ma che mi piace considerare uno spazio aperto a tutti, anche a chi non le guarda.

È vero che si parla di serie TV, ma è anche l’occasione per guardarsi intorno, riflettere sui temi che emergono e a volte approfondire il linguaggio grazie a libri sul tema.

Per chi mi ascolta per la prima volta e magari vuole capire di più sul nome scelto, la sottoscritta e i protagonisti involontari (marito, amici ecc.), rimando al Pilot, la puntata zero messa online il 6 novembre 2019.

Lascio da parte i convenevoli e parto con l’argomento della puntata.


Come si evince dal titolo, sono andata a ripescare una miniserie inglese del 1999, purtroppo mai uscita in Italia che parla di fotografia.

Lo spunto mi è offerto dal Milano Photo Festival partito esattamente un mese fa e che proseguirà fino al 15 novembre. Giunto alla 15a edizione, raccoglie al suo interno una lunga lista di mostre, incontri e workshop in diversi luoghi della città.

Quando ho iniziato ad appassionarmi di fotografia una quindicina di anni fa grazie anche a Flickr avevo riscontrato difficoltà a trovare mostre fotografiche (a parte di grandi nomi) forse ero io che non le riuscivo a scovare, non so, forse era un problema di comunicazione/pubblicità, ma sta di fatto che da qualche tempo a questa parte noto un cambiamento (e ne sono felice).

Shooting the past – questo il titolo della miniserie in 3 puntate – è stata trasmessa dalla BBC2 nel gennaio 1999.

La storia si snoda in una manciata di giorni – escluso l’epilogo finale – e ad accompagnarci è Osvald Bates, a chubby man, wearing a cardy - talking into an old tape machine.

Un uomo paffuto che indossa un cardiofrequenzimetro e parla attraverso un vecchio registratore…e si scatta foto.

Ci racconta infatti – prima di suicidarsi (non è uno spoiler ce lo dice lui) - degli straordinari eventi avvenuti in quei giorni “si prende una botta, qualcosa che cambia e sconvolge la tua vita.”

E parte presentandoci la Fallon Photo Library all’interno di un edificio del XVII secolo fuori Londra che contiene un vastissimo archivio fotografico (10 milioni di foto).

Ma tutto è destinato a cambiare quando la struttura viene venduta ad una compagnia americana che vuole realizzare in quegli spazi una business school.

Il giorno dell’incontro col presidente della nuova proprietà Christopher Anderson c’è una sorpresa.

La responsabile dell’archivio Marilyn Truman si aspetta un confronto per la gestione di questo patrimonio, mentre Anderson i locali completamente vuoti, c’erano state infatti alcune comunicazioni che Bates volutamente ha ignorato.

L’idea - si svela piano piano - è far capire il valore di questo patrimonio visivo – non tanto in termini di sterline perché foto di autori importanti ce ne sono poche – ma delle storie che emergono dagli scatti.

È quindi una gara contro il tempo; viene data una settimana per trovare un nuovo acquirente altrimenti la collezione sarà dispersa tra eventuali compratori che saranno interessati.

Il gruppo di archivisti, composto da altre tre figure Veronica, Spig e Nick, si attiva per dimostrare l’importanza di mantenere intatta la collezione e perché no magari sperare che Anderson l’acquisti.

Ci viene raccontata la storia di Lily Katzman, una bambina ebrea durante la seconda guerra mondiale e della nonna di Anderson di cui lui aveva un vago ricordo, tutto questo grazie alle ricerche di Osvald.


La serie in certi tratti risulta un po’ lenta, ma è permeata dalla poesia e da bellissime immagini che fanno capire l’importanza degli archivi, del lavoro che c’è dietro e della necessità di preservarli in un’epoca in cui sì, l’immagine e le foto sono qualcosa di quotidiano che usiamo tutti – basti pensare a Instragram o agli smartphone con ormai hanno fotocamere ad altissima risoluzione, ma quelle stampate? Quelle in bianco e nero che ci riportano a quello che c’era e ora è scomparso?

La trama di Shooting the Past è nata dalla penna di Stephen Poliakoff (che è anche regista), ma ci sono situazioni simili non lontano da noi.


Parlai di questa serie nel 2014 nel mio programma radiofonico “Quando arrivano gli Inglesi? serie Tv che forse vedremo in Italia” e anche in quel caso prendendo spunto dalla realtà: ovvero la possibile chiusura del Museo della Fotografia Contemporanea – MUFOCO – di Cinisello Balsamo (alle porte di Milano).

Qui vesto per un attimo i panni di Wilma per raccontarmi brevemente il museo, ma ho già chiesto a Wilma di inserire una gita fuori porta all’interno di A spasso con Wilma per parlarvene.

Mi viene in aiuto il sito ufficiale del MUFOCO e un post all’interno del blog di Daniele Re


Si tratta dell’unico museo pubblico in Italia dedicato alla fotografia contemporanea ospitato all’interno di Villa Ghirlanda, complesso seicentesco.

Il MUFOCO possiede una collezione di oltre 2 milioni di fotografie di circa 800 autori, per consistenza e fragilità dei materiali non vi è una esposizione complessiva e permanente - spiega nel suo articolo Re - ma è aperto per studiosi (su prenotazione).

Il museo – visitabile attualmente mercoledì, giovedì, venerdì ore 16–19, sabato e domenica, ore 10 – 19* – organizza ciclicamente mostre, incontri e laboratori (anche per le scuole).


La Biblioteca del Museo invece comprende circa 20 mila volumi: monografie dei principali autori della fotografia storica e contemporanea internazionale, cataloghi di mostre personali e collettive, testi teorici e storici, collezioni di riviste italiane e straniere.


C’è la possibilità di vedere una parte della collezione anche online, con ricerca per autori, temi o fondi, per ora sono 56227*le immagini disponibili ma credo sia un lavoro non ancora terminato.

Tutto questo richiede fondi importanti e che come dicevo prima, negli anni si sono assottigliati tanto da pregiudicare la sopravvivenza del museo stesso…per fortuna ciò non è avvenuto e vista l’importanza di questo luogo e il crescente interesse per la fotografia spero sia una minaccia lontana.


Tornando invece sulla serie protagonista della puntata - che io reputo una chicca, poi mi saprete dire - Shooting the Past è disponibile su YouTube, la qualità dell’immagine risente dell’età e del mezzo ma ci sono tutti e tre gli episodi.



*informazioni aggiornate al 2021

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