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  • Immagine del redattoreAlberto Pandiani

Riforme in camice bianco

Perché, quando si parla di tubercolosi, bisogna parlare di Rudolf Virchow?

Giorgio Besozzi: "Virchow è il primo a intuire la complessità della tubercolosi, nel senso che per ammalarsi non basta venire infettati dal bacillo, ma sono determinanti anche altri fattori, come stato immunologico, povertà, malnutrizione, igiene dell’ambiente in cui si vive e comportamenti individuali."


Rudolf Virchow
Rudolf Virchow

Nato nel 1821, quindi 22 anni prima di Koch, in una cittadina sperduta nell’est della Prussia (oggi nord-ovest della Polonia), Rudolf Virchow è l’unico figlio di un modesto mercante. Frequenta la scuola locale e, grazie a lezioni private di greco, latino e francese da alcuni chierici, può frequentare il liceo locale. Significativa per l'impostazione della futura mentalità di Virchow è la scelta del tema per la maturità: “Una vita piena di lavoro non è un peso, ma un bene”.

Terminato il liceo, per motivi economici non può continuare gli studi e allora Virchow opta per la carriera di medico militare e nell’autunno del 1839 entra nell’Istituto di formazione per medici militari di Berlino, collegato al più importante ospedale della città, la Charité, dove inizia la carriera professionale.


Nella primavera del 1848, a 27 anni, il governo prussiano manda Virchow a ricercare le cause di un’epidemia di febbre petecchiale in Alta Slesia. Nella sua relazione Virchow dà una cruda descrizione della pessima situazione sociale in cui vive la popolazione, per lo più composta da minatori e tessitori, che lottano per la sopravvivenza. In particolar modo afferma che le pessime condizioni di vita, e anche la malattia, sono dovute alla inesistente igiene dei luoghi e non, come si crede, al clima.

Marino Faccini: "Come Virchow stesso scrive, il clima ha sicuramente favorito il diffondersi dell’epidemia ma non avrebbe potuto causarla se la popolazione avesse avuto condizioni di vita migliori. Sottolinea la teoria sociologica della malattia per cui fattori politici e socio-economici, come la povertà e la presenza di uno stato repressivo, agiscono come fattori determinanti e predisponenti. Afferma anche che alcune epidemie sorgono come conseguenza di sconvolgimenti sociali, ed elenca una serie di malattie eliminabili attraverso i cambiamenti sociali. Insiste anche sul diritto di ognuno alla salute e dichiara che è responsabilità della società civile fornire le necessarie condizioni sanitarie. Naturalmente queste indirette accuse alle scelte politiche statali lo rendono inviso al governo."


L’esperienza avuta in Slesia lo segna parecchio e al suo ritorno a Berlino sviluppa le sue tesi sull’origine delle malattie, molto spesso causate da condizioni sociali. Per eliminare le malattie bisogna riformare il sistema sanitario in modo che questo scopra le cause delle malattie, oltre ad occuparsi dei disturbi clinici dei pazienti. La terapia efficace è quindi la libertà, l’istruzione e la prosperità economica. Ma per fare questo è necessaria una rivoluzione profonda della società e, proprio in questo stesso anno a Berlino scoppia la rivoluzione, affiancata da un’epidemia di colera. Ecco l’occasione per Virchow per esprimere pubblicamente le sue idee che successivamente influenzeranno profondamente la politica dello stato prussiano, fino a questo momento rigidamente delineata secondo la teoria bismarckiana del ferro e del sangue, e gettare le fondamenta della medicina sociale in tutta Europa.

Massimo Galli: "Nel marzo del 1848 Virchow è sulle barricate. Partecipa a un movimento che vuole un cambiamento radicale dell’insegnamento medico, che propone di unificare la formazione di medici e chirurghi, e riorganizzare di conseguenza la facoltà di Medicina. Viene pretesa l’istituzione di un Ministero della Sanità, un’attiva partecipazione dei medici nella scrittura delle leggi su medicina e salute, e la creazione di un movimento di tutela della categoria."


Il governo, non appena riesce a riprendere le redini della situazione, abolisce le poche concessioni fatte; il ministro depone Virchow dal suo incarico accademico e censura la rivista politica che Virchow stesso aveva fondato, fino a farla scomparire. La fama di Virchow come scienziato, medico e uomo politico fa però cambiare idea al governo che revoca il licenziamento. Nonostante questo, Virchow lascia Berlino e la carriera di medico militare, e si trasferisce a Würzburg, dove rimane per sette anni e ottiene la prima cattedra di anatomia patologica in Germania, appositamente creata per lui.

A Würzburg inizia gli studi di antropologia e pone le basi per la successiva fondazione della patologia cellulare.

Copertina de "La patologia cellulare" di Rudolf Virchow
"La patologia cellulare"

M.G.: "In parole povere ogni cellula (e, quindi, anche ogni batterio) deriva da un’altra cellula, e non da un generico materiale amorfo come all’epoca ancora si credeva."

Cura inoltre un annuario tedesco che illustra i progressi della medicina. Nel 1852 il governo bavarese incarica Virchow di effettuare una ricerca sulle origini della carestia nella zona dello Spessart, data l’ottima conduzione della precedente ricerca in Slesia.

Nel 1856 viene richiamato a Berlino dove ottiene la creazione di un Istituto di Patologia e dove nel 1859 viene nominato consigliere comunale. Grazie al fatto di essere cognato del sindaco, riesce a influenzare le decisioni per la salute pubblica.

G.B.: "È grazie al suo influsso che si deve il miglioramento del sistema di approvvigionamento idrico e dello smaltimento dei liquami e la costruzione di un eccellente impianto di fognatura, la progettazione e la creazione di nuovi ospedali, la legge sull’ispezione delle carni e l’ideazione di una campagna di sensibilizzazione a favore dell’igiene nella lotta contro le malattie infettive e a favore dell'importanza della scuola. Riesce anche a far aprire una scuola per infermieri."


Sempre nel 1859, su invito del governo norvegese viene incaricato di indagare su un’epidemia di lebbra sulla costa occidentale della Norvegia. Nel 1862 viene eletto membro della camera bassa (o dieta prussiana) e nel 1880 membro del Reichstag, dove per diversi anni è presidente della Commissione Finanze. Una sua citazione recita: “La medicina è una scienza sociale e la politica non è altro che medicina su larga scala”.

Come ricercatore di antropologia e preistoria fonda musei e compie spedizioni in Scandinavia, Caucaso, Egitto e visita anche gli scavi della città di Troia.

Tra le varie ricerche compiute, studia le malformazioni del cranio eseguendo un sondaggio nazionale sugli scolari, a scopo razziale, concludendo esplicitamente che non esiste nessuna razza pura tedesca, ma solo una miscela di diversi tipi morfologici. Naturalmente questa affermazione lo renderà inviso al successivo regime nazionalsocialista.

Il nome di Virchow è legato anche ad altre scoperte su altre malattie, come ad esempio la trombosi venosa (ancora oggi si nomina la “triade di Virchow” quando si parla delle tre cause che la provocano), l’infiammazione e i tumori (anche se qua fa qualche errore).

M.G.: "Virchow introduce anche un metodo standardizzato per le autopsie che dà a tutte le parti del corpo eguale importanza e permette di rilevare lesioni altrimenti insospettate o spesso trascurate."


Il progresso della medicina grazie a Virchow può essere ricondotto a tre fonti principali: le osservazioni cliniche, compreso l'esame del paziente con l’ausilio di metodi fisico-chimici, la sperimentazione sugli animali per lo studio dei farmaci, e l'anatomia patologica, in particolar modo a livello microscopico.

 

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