Puntata ‘extra’ e leggermente più corta per tornare a parlare di moda. Lo faccio perché non avevo incluso - nella puntata 109 - una serie in arrivo, ma anche per ringraziare Claudia V. che su Spotify mi ha lasciato un commento, citando un paio di titoli interessanti; Dior and I, docufilm del 2014 che racconta la prima collezione Haute Couture di Raf Simons (si trova su MUBI ma a breve verrà cancellato) e Signé Chanel.
Questo titolo mi offre lo spunto per dedicare questo episodio a Chanel, intesa come Mademoiselle Chanel, ma anche alla casa di moda e a Karl Lagerfeld a cui si deve il rilancio del marchio.
Quando si ha a che fare con vere e proprie leggende, non si contano i libri e spesso film che ne raccontano le vicende in modo più o meno fedele. Ancor più se gli stessi protagonisti sono reticenti a parlarne o esistono questioni spinose o volutamente inventate.
Concentrandoci su prodotti audiovisivi segnalo – scoperta anch’io per caso - Coco Chanel, miniserie TV in due episodi del 2008 con Shirley MacLaine che interpreta Chanel nel 1954 quando riapre la Maison, mentre Barbora Bobulova veste i panni di Gabrielle Coco tra i 1901 e il 1919 circa.
Si trova su Rai Play.
Due film sicuramente molto più conosciuti – entrambi usciti nel 2009 - Coco avant Chanel con l’attrice Audrey Tautou (l’iconica protagonista de Il favoloso mondo di Amelie) e Coco Chanel e Igor Stravinsky, adattamento del libro di Chris Greenhalgh, racconta la loro relazione romantica, ad interpretarla Anna Mouglalis. Non ci sono prove che fossero amanti, ma sicuramente ci fu una frequentazione con la famiglia. Si trova su Nexo e Chili.
Poi due cortometraggi in cui entra in scena in prima persona Karl Lagerfeld che fu chiamato a risollevare le sorti della maison nel 1983.
Per celebrare i 100 anni dall’apertura della prima boutique di Gabrielle Chanel a Deauville, Karl Lagerfeld ha scritto e diretto il film Once Upon A Time, con Keira Knightley e Clotilde Hesme nel ruolo delle due protagoniste principali. Le riprese si sono svolte nel marzo 2013. Il set si presentava come una fedele riproduzione della via in cui sorgeva la boutique di Coco Chanel (una scena simile è presente nella miniserie).
Nel dicembre dello stesso anno viene presentato anche The Return, che ripercorre invece i passi di Mademoiselle nel periodo della riapertura della sua boutique a Parigi nel 1954 e l’importanza del ruolo svolto dagli Stati Uniti in questo ritorno. Nel ruolo di Gabrielle Chanel Geraldine Chaplin.
Entrambi si trovano su YouTube (vi lascio ovviamente i link).
Segnalo su Sky/Now la docuserie Coco Chanel: Senza segreti uscita a gennaio di quest’anno con filmati provenienti dagli archivi di House of Chanel e inedite interviste d’archivio alla sua assistente Lilou Marquand e alle sue modelle.
Sempre qui si trova E Chanel creò il tubino – Storia di un vestito leggendario, in cui si parte dalla prima apparizione del tubino – il black dress – per descriverne l’evoluzione del tempo, attraverso l’interpretazione degli stilisti
Come avrete notato, non ho tracciato una biografia, lascio a voi il compito attraverso quanto prodotto e citato qui.
E non può mancare all’appello il lavoro fatto dalla Maison per ricordare la sua fondatrice. Sul sito chanel.com nella sezione about Chanel è possibile trovare copioso materiale.
Gabrielle Chanel viene descritta attraverso le parole: emancipata, istintiva, visionaria, libera, mecenate, lettrice, pigmalione, innamorata dell’arte, avanguardista, fortuna.
Inoltre sempre nella sezione Inside Chanel si trovano 32 video/capitoli di una manciata di minuti ciascuno che raccontano la storia di Chanel; dal profumo, alla camelia, i colori, i luoghi e ovviamente non manca il punto di vista di Karl Lagerfeld.
Cosa emerge? Ammirazione per una giovane che è riuscita ad emergere nonostante le scarse possibilità economiche e di istruzione. Una carriera così che non si costruisce in 24 ore, solo il carisma – dice – può spiegare il suo successo. Era disinvolta, aveva qualcosa che altri non avevano, un fascino naturale. Per emergere serviva carisma e Lagerfeld comprende anche la sua “cattiveria”. Ha contribuito lei stessa a farla divenire leggenda. Ha proposto un attitudine moderna che all’epoca le donne non avevano. Uno stile inconfondibile ed identificabile.
Questi video si trovano sul sito di Chanel, ma anche in doppia lingua (francese e inglese) su YouTube.
A proposito di stile, come ho detto nella scorsa puntata ho avuto la possibilità di visitare la mostra al Victoria & Albert Museum Gabrielle Chanel. Fashion Manifesto.
Seguo fin dai suoi esordi Garance Dorè, illustratrice, fashion blogger, imprenditrice che ha fatto su Instagram una riflessione su quanto visto nella mostra che in qualche modo riassume Coco Chanel.
Considerazioni che non hanno a che fare con la moda, ma con la creatività.
Chanel aveva un’alta considerazione di se stessa, non sa se fosse reale o se stesse fingendo finché non ce l'ha fatta, ma l'ha aiutata a stabilire standard elevatissimi per il suo marchio, che rimangono anche oggi. Era una persona mondana, socialite, presente sulla stampa, ma probabilmente non piaceva a tutti.
Nella mostra c'erano ritagli di riviste e la gente la prendeva in giro e veniva criticata. Non erano lusinghieri (vedi le caricature dell’illustratore SEM), ma Chanel sapeva che l'importante era far parlare la gente.
Altra cosa è la coerenza, i colori, le forme; una visione così unica e singolare che ha ripetuto più e più volte per anni. Forse per qualcuno può sembrare noiosa e ripetitiva, ma se ti giri a guardarla, comprendi che la visione è completa.
Ancora oggi, quando dici Chanel, sai esattamente di cosa parla la gente.
La coerenza, che a volte può essere davvero difficile, è una delle cose che definisce le persone che diventano leggende.
Possiamo tranquillamente annoverare anche Lagerfeld nella leggenda, la sua vita è strettamente legata a Chanel, che ha diretto fino alla sua morte avvenuta nel febbraio del 2019, ma non si può però limitare solo a questo aspetto.
Il 7 giugno debutta su Disney+ Becoming Karl Lagerfeld, serie TV in 6 episodi. Il trailer, dai colori accesi e dalla musica di Blondie, ricorda le atmosfere di Halston (produzione di cui ho parlato nella puntata 109).
Siamo nel 1972 Karl Lagerfeld, 38 anni, è uno stilista sconosciuto al grande pubblico. Il suo incontro con Jacques de Bascher, un giovane dandy ambizioso, cambierà tutto. Karl – si legge nella sinossi - è ora pronto per competere contro la coppia Saint Laurent/Bergé. Moda, passione e tradimenti: scopri come Karl è diventato Lagerfeld.
Ad interpretarlo Daniel Brühl, già visto ne L’alienista (serie protagonista della puntata 37) che dalle poche scene viste mi sembra convincente nel ruolo.
Non ho trovato invece aggiornamenti recenti sul biopic prodotto da Jared Leto annunciato qualche anno fa, in compenso ci sono altri approfondimenti disponibili su di lui e che permettono di capirne il genio.
Il già citato all’inizio Signé Chanel, docuserie in cinque episodi del 2005 che segue Lo sviluppo di una collezione di haute couture dai bozzetti iniziali di Karl Lagerfeld fino alla vendita degli abiti
Su YouTube esiste anche la versione da poco meno di un’ora.
Sempre qui si trova Karl Lagerfeld, être et paraître - Un jour, un destin, documentario di un’ora e 20 minuti realizzato da Magneto Presse.
Emerge chiaramente la sua figura e la sua creatività – Bernard Arnauld lo definisce una vedette, le persone lo adoravano come un personaggio rock, capace di attrare giovani e star. E non puoi non trovare similitudine con la vita di Coco Chanel. Proprio come riporta il titolo del documentario si cerca di comprendere e scindere l’essere e l’apparire in un mondo – come come sottolineato in Kingdom of Dreams. I nuovi sovrani della moda – creativo e stressante allo stesso tempo.
Anche Canal+ ha realizzato un approfondimento su Lagerfeld rendendo disponibile il primo episodio sempre su YouTube, il titolo è Karl Lagerfeld, Révélation
Su Netflix, all’interno di 7 Days Out c’è invece un episodio dedicato alla sfilata della collezione Haute Couture Primavera-Estate 2018.
Mentre su Sky/Now si trova Karl Lagerfeld – Il Kaiser della Moda in cui rimani a bocca aperta nel vedere quanto si spingeva il suo estro non solo negli abiti, ma anche nelle scenografie delle sfilate.
Ce ne sono sicuramente molti altri che non ho citato e visto, ma mi auguro di avervi dato abbastanza spunti per approfondire queste due figure.
Si chiude qui la puntata, ma anche questa quinta stagione – più corta delle precedenti – ma spero possiate perdonare questo anticipo di “vacanze”, ma questa pausa è necessaria per mantenere questo podcast allo standard che mi sono ripromessa di avere.
Non ho una data precisa per la ripresa e non prometto di creare contenuti per i social o qui, ma voi buttateci un occhio, anzi meglio seguite le pagine perché qualche comunicazione ci sarà sicuramente.
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