Nonostante possa considerarmi una appassionata di serie TV, capita ogni tanto che faccia fatica a trovare lo stimolo per iniziarne di nuove…nessuna tra i vasti cataloghi di Netflix o Prime Video ha la forza di incuriosirmi. Mi rifugio allora nelle produzioni inglesi, il mio primo amore (e la mia prima trasmissione radiofonica sul tema).
Ne ho concluse due e ho da poco iniziato una terza (dovrei parlare al plurale perché si tratta di visioni serali con Alberto) sono tutte tratte da libri, ma mi soffermo in questa puntata sul personaggio più conosciuto creato da PD James - scrittrice inglese morta nel 2014 - Adam Dalgleish protagonista di ben 14 libri scritti tra il 1962 e 2008.
Ecco come ci viene descritto alla sua prima apparizione in Copritele il volto (Cover Her Face).
Cinque paia di occhi si puntarono simultaneamente sul più alto dei due estranei, timorosi, indagatori o solo curiosi.
Catherine Bowers pensò: "Alto, bruno e bello. Non me l’aspettavo così. Veramente una faccia interessante."
Stephen Maxie pensò: “Un diavolo arrogante. Se l’è presa con comodo prima di venire. Immagino che l’idea fosse quella di ammorbidirci un po’. O se no, avrà ficcato il naso in giro per casa. Questa è la fine della nostra riservatezza.”
Felix Hearne pensò: “Bene. Eccolo qua. Adam Dalgliesh, ne ho sentito già parlare. Lavora sempre in gara col tempo, appassionato e in modo non ortodosso. Penso abbia i suoi obblighi. Comunque ci hanno giudicato almeno avversari degni del meglio.”
Eleanor Maxie pensò: “Dove ho già visto quella testa? Ma certo. Quel Dürer. Era a Monaco? Ritratto di uno sconosciuto. Chissà perché ci si aspetta che gli ufficiali di polizia indossino il cappello duro e l’impermeabile?”
Quando Dalgliesh parlò, lo fece con una voce stranamente profonda, calma e priva di enfasi.
Sappiamo anche che nel primo romanzo, Dalgliesh è un ispettore capo investigativo, successivamente viene promosso comandante della polizia metropolitana a New Scotland Yard, Londra. È una persona intensamente cerebrale e riservata. Scrive poesie, pubblicate in diversi volumi e nei primi romanzi guida una Cooper Bristol, poi una Jaguar.
PD James lo descrisse così in un’intervista fattale nel giorno del suo 90° compleanno: “È reticente, una delle qualità che ho voluto attribuirgli, è coraggioso, intrepido. Volevo fosse compassionevole, ma non sentimentale, profondamente riservato. Penso che la gente senta che c’è una parte di lui che non conosci mai del tutto e questo lo rende più interessante.
Gli ho attribuito delle qualità che personalmente ammiro nelle persone e questo lo ha reso molto brillante.”
Qualcuno sostiene che ricordi un po’ Darcy di Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen (su questo aspetto torno dopo).
Lo scrittore Michael Bradley ha letto in sequenza – dal 2015 al 2017 circa – tutti i romanzi di PD James con protagonista Dalgliesh e ha scritto alcune considerazioni sul suo sito.
Ve ne leggo un estratto:
Come si può immaginare, una serie che copre oltre quarant'anni spesso fatica a rimanere rilevante nel corso dei decenni senza reinventarsi con i tempi. In Adam Dalgliesh, PD James ha creato un personaggio che sembra resistere nel corso dei decenni. […]
La trama e la caratterizzazione sono abbastanza forti da mantenere il lettore interessato senza sentire che il testo sia datato in alcun modo. James ha anche fatto un buon lavoro nel rendere i suoi libri molto indipendenti l'uno dall'altro, permettendo al lettore di leggerne uno (a caso) della serie senza sentirsi troppo perso.
Quello che mi è piaciuto particolarmente di questa serie è stata l'attenzione ai dettagli di James in relazione all'ambientazione della scena e allo sviluppo del personaggio. In molti casi, trascorre dal primo quarto al terzo del romanzo preparando le circostanze per il primo omicidio. Quando il crimine viene commesso, sei intimamente coinvolto nel cast di personaggi.
E veniamo al dunque…perché qui si parla di serie TV, giusto?
Tutti i romanzi di James con protagonista Adam Dalgliesh fino a La stanza dei delitti (The Murder Room) incluso sono stati adattati per la televisione, a cominciare da Morte di un medico legale (Death of an Expert Witness) nel 1983. I primi dieci romanzi sono stati adattati da Anglia Television per ITV e Roy Marsden ha interpretato – per 15 anni – il ruolo di Dalgliesh.
La serie è iniziata con adattamenti in serie di cinque o sei episodi di un'ora ciascuno, ma dopo la morte del produttore John Rosenberg all'inizio del 1991, il formato degli adattamenti è cambiato. Inizialmente, Anglia ha seguito la tendenza resa popolare dalla serie dell'ispettore Morse, condensando i due adattamenti successivi in film TV di due ore, mentre gli ultimi due sono stati girati in tre episodi di un'ora.
La BBC ha rilevato la serie nel 2003 e Martin Shaw ha interpretato il ruolo di Dalgleish in Morte in seminario (Death in Holy Orders) e La stanza dei delitti (The Murder Room).
Gli adattamenti televisivi non sono sempre stati fedeli al romanzo, anche perché fuori ordine cronologico.
Cinque dei romanzi di Dalgliesh sono stati anche drammatizzati da Neville Teller per BBC Radio 4.
Infine arriviamo a novembre 2021 con l’uscita su Acorn TV e Channel 5 di Dalgliesh, 6 puntate in cui sono state adattate le vicende descritte nel quarto, quinto e settimo romanzo, precisamente Scuola per infermiere (Shroud for a Nightingale), La torre nera (The Black Tower) e Un gusto per la morte (A Taste for Death).
Nel ruolo del protagonista un convincente - a mio modesto parere - Bertie Carvel (sarebbe stato credibile anche per il ruolo di Darcy per tornare al discorso sulla Austen).
Non sono mancate le critiche, ma vi segnalo un paio di recensioni che ho trovato interessanti, la prima di Christopher Stevens su Daily Mail.
“Con le basette e i capelli brizzolati all'indietro, la versione del detective di Carvel è più simile a un severo avvocato vittoriano di un romanzo di Anthony Trollope.
La baronessa James, morta nel 2014 all'età di 94 anni, era difficile da accontentare quando si trattava di adattare i suoi libri. Dalgliesh è stata interpretata negli anni '80 da Roy Marsden, che non aveva abbastanza capelli per i suoi gusti e le cui maniere erano carenti.
Il personaggio, ha detto, "non avrebbe indossato alcuni dei vestiti che indossa Roy, non avrebbe indossato il suo anello con sigillo al dito sbagliato, non avrebbe parlato con Lady Ursula con la mano in tasca".
Ciò che questa rivisitazione cattura è l'evocazione viscerale dell'omicidio da parte dello scrittore. La morte nel mondo di James non era un gioco. È stato brutale e violento. L'ambiente degli anni '70 della casa delle infermiere è stato magnificamente ricreato, fino ai tessuti degli arredi e alle tazze e piattini verdi Woods Ware.
Questa attenzione ai dettagli del periodo trarrà inevitabili confronti con Endeavour. Certamente, i fan di Shaun Evans nei panni di Morse apprezzeranno anche Dalgliesh.
Su Paste Magazine.com Alexis Gunderson ci consiglia di riporre il telefono e lasciarci incantare da questa serie… che si affida - a sua volta - a noi per destreggiarsi tra una dozzina di punti della trama tutti in una volta; per cronometrare anche le motivazioni caratteriali più sottili (se non del tutto nascoste); per mettere insieme narrazioni genuinamente complesse.
[…] Nonostante si chiami, letteralmente, Dalgliesh, la serie trascorre la maggior parte della sua prima stagione in 3 casi il più lontano possibile dall'interno del mondo personale di Dalgliesh. Non arriviamo alla sua base di Londra fino agli ultimi due episodi; non arriviamo al suo appartamento fino alla scena finale dell'episodio finale; non entriamo nella sua testa fino agli ultimi venti secondi di quella scena.
Ciò che otteniamo, tuttavia, sono le esperienze vissute delle persone intimamente coinvolte in ciascuno dei tre casi presentati nella prima stagione, sono i loro traumi personali e i drammi interpersonali su cui Dalgliesh - e, quindi, il pubblico - è chiamato a investire. In termini pratici, questo significa impegnarsi a prestare attenzione e ricordare i nomi (e le intricate connessioni) tra grandi cast di personaggi, che cambiano completamente ogni due episodi.
Sono state menzionate due serie Morse e Endeavour, strettamente legate tra loro. Faccio una microsintesi:
L’ispettore Morse è una serie inglese prodotta tra il 1987 e il 2000 a cui è seguito uno spin off dedicato al suo partner Lewis e che porta il nome del protagonista – 9 stagioni 33 episodi trasmessi tra il 2006 e il 2015 (in Italia sono uscite solo le prime due) - e Endeavour che è il prequel. Infatti in Italia lo trovate col titolo Il giovane ispettore Morse su Prime Video (Amazon) solo due stagioni delle 9 prodotte – anche se l’ultima non c’è ancora la data di messa in onda.
PD James oltre alla serie su Dalgliesh (e altri romanzi e saggi) ha scritto anche un pastiche nello stile di Jane Austen.
Death Comes to Pemberley uscito nel 2011 ed è – come si può immaginare - una sorta di sequel del romanzo di Jane Austen Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio)…però col morto!
Ne è stata una miniserie in 3 puntate andata in onda su BBC One tra il 26 e il 29 dicembre 2013.
Gli interpreti (a mio modesto avviso ben scelti) che vi elenco velocemente;
Darcy - Matthew Rhys (The Americans...sarebbe stato credibile anche come Dalgleish!), Elizabeth - Anna Maxwell Martin (l’ho citata in The Blechley Circle puntata 24), Lydia - Jenna Coleman (Victoria) e Wickham - Matthew Goode (The Crown e Downton Abbey)
In Italia uscì su La EFFE, in due parti nel dicembre del 2018 col titolo I misteri di Pemberley, attualmente non risulta in programmazione su Sky.
E Dalgliesh invece? Per ora non ci sono date di messa in onda in Italia…per questo ho utilizzato come titolo della puntata Quando arrivano gli Inglesi? come la mia trasmissione radiofonica!
Si può comunque portarsi avanti leggendo i romanzi di PD James per fare in futuro possibili confronti per decidere o meno di pronunciare la mitica frase “era meglio il libro”, ma nel caso non vogliate attendere i tempi televisivi, è disponibile su Amazon il DVD della serie.
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