Dopo un paio di puntate un po’ teoriche (anche se quella dedicata a Strike era a metà strada), torniamo alla “pratica” parlando di una serie TV che mi sta particolarmente a cuore perché è un po’ come se l’avessi vista nascere… più o meno!
Ora mi spiego meglio:
La prima volta che ho sentito parlare di Prisma (serie TV prodotta da Amazon Studios e Cross Production) è stato durante un panel de Il Festival delle serie TV il 26 settembre 2021 con Ludovico Bessegato (già ideatore e regista della versione italiana di Skam).
Poi ovviamente una volta disponibile su Prime Video un anno dopo, ho fatto binge watching e da lì l’ho sempre consigliata un po’ a tutti, ma chissà perché non qui.
Rimedio ora, perché ci sono un po’ di sviluppi da raccontare, ma prima partiamo dalla sinossi che si trova su Prime:
Prisma esplora le relazioni e le identità di Marco e Andrea, 2 gemelli all’apparenza identici ma profondamente diversi nelle inquietudini che esprimono. I due inaugurano un viaggio di scoperta e di passaggio da ciò che dovrebbero essere a ciò che vogliono essere, che coinvolgerà i loro amici, tutti accumunati dalla ricerca del proprio posto nel mondo.
Ammetto che messo così, potrebbe non incentivare la visione, troppo asettico forse.
Non mette in luce tutte le particolarità della serie che ha il suo interno un grande lavoro.
Quanto raccontato è frutto di anni di ricerca e di scrittura a partire la storia di una persona conosciuta da Alice Urciolo, che firma la sceneggiatura insieme a Bessegato, ai tempi dell’università: Giovanna Cristina Vivinetto che ha raccontato la sua transizione nella raccolta di poesie Dolore minimo e che è presente anche nella prima stagione.
La parte legata alla creazione dei personaggi attinge a piene mani dall’esperienza fatta con Skam, l’ascolto di chi è giovane (non i ricordi o lo stereotipo creato da chi lo vede da fuori o ha vissuto una diversa adolescenza), ma allo stesso tempo la necessità e l’ambizione di confrontarsi con tematiche spesso poco presenti nelle serie TV italiane come l’identità di genere e la disabilità (Sofia Righetti - che vi consiglio di seguire su IG - ha fatto da consulente e potete constatare quanto sia stata preziosa nello sviluppo di Carola, interpretata da Chiara Bordi).
Neanche la scelta della location – Latina – è casuale, perché al di là del fatto che l’Urciolo venga da lì, ha le caratteristiche per essere una città di provincia, ma non nel modo in cui siamo abituati ad immaginarla (e anche per me è stata una scoperta)
Come ha spiegato Bessegato in un’intervista ai microfoni di Bad Taste al Giffoni Film Festival nel 2022 – Latina è stata fondata 90 anni fa, quindi è una città particolarmente nuova che non ha un centro, ha un'identità sfumata, è circondata dalle campagne, c'è una centrale nucleare, c'è il Circeo, c'è un grattacielo che spunta come un fungo nella città senza senso, ci sono i giardini di Ninfa, Sabaudia, è veramente un posto che nel giro di 5 chilometri offre una varietà pazzesca che noi abbiamo cercato di rioffrire nella serie.
Ci sono ovviamente dei punti di contatto (e qualche riferimento a Skam), ma l’autore e regista ci tiene a precisare che Prisma fin da subito ha avuto un’ambizione diversa, da romanzo – in un'altra intervista ha usato il termine epica.
Prima ho parlato di ricerca e scrittura, ma occorre metterci anche fotografia, immagine, regia, musica.
Ovviamente avere dietro Amazon Studios ha contribuito in termini di budget.
E nella presentazione della serie nel 2022 sempre al Festival delle serie TV Anna Passarini all’epoca Creative Development Executive Prime Video si era detta soddisfatta di aver potuto affrontare temi e complessità diversi con questa serie.
Se quindi il rinnovo per la una seconda stagione è stato quasi automatico (uscita il 6 giugno 2024), l’11 settembre, un po’ a sorpresa Bessagato ha annunciato - con un video su Instagram - che non ci sarebbe stata una terza stagione (anche se già scritta) nonostante l’accoglienza positiva.
"Probabilmente sì, è andata bene, ma non è andata abbastanza bene da giustificare il costo di un rinnovo” aggiungendo di avere "la sensazione è che siano cambiate proprio le policy delle piattaforme negli ultimi due anni".
Amazon Studios, non ha mai confermato o smentito la notizia
Come evidenzia l’articolo di Esquire “Che significa lo stop a Prisma, una serie tv che piaceva a tutti” si nota in effetti un cambio di passo per Prime che predilige altri format, magari di intrattenimento leggero, l’ultimo in ordine tempo Red Carpet - Vip al tappeto.
Probabilmente si è conclusa anche in Italia, la parabola di sperimentazione. Come ho segnalato in diverse puntate (23, 101 e 105), un tempo Amazon Studios sviluppava progetti originali, li sottoponeva agli abbonati (principalmente Stati Uniti e UK,) dando la possibilità di votare i pilot preferiti o più convincenti così da assicurare una o più stagioni (anche se ovviamente l’ultima parola era sempre quella di Amazon).
Ovviamente i fan non sono rimasti passivi (nel 2020 ho dedicato una puntata alle petizioni) e si sono mossi con una raccolta firme su change.org (superate le 26 mila firme).
All’interno della motivazione si legge: Chiediamo ad Amazon Prime Video di rinnovare "Prisma" per una terza stagione, affinché possa continuare a fare la differenza e a sfidare gli stereotipi, educando il pubblico su importanti questioni sociali e sulla comunità LGBTQIA+, che altre serie TV evitano. Firmate questa petizione per dimostrare il vostro supporto alla serie e alla continuità del suo importante messaggio sociale.
È stato creato anche #saveprisma e la Rai ha acquistato i diritti per la messa in onda in chiaro, ma manca la cosa più importante: la terza stagione!
Anche perché c’è un cliffhanger di cui vorremmo sapere lo sviluppo. C’era anche alla fine della prima stagione e il regista ha spiegato che rispetto a Skam, in cui tutto si ricomponeva e c’era un happy ending, qui invece non c’è un viaggio dell’eroe che si conclude, non ci sono buoni o cattivi, ma uno spaccato della vita reale.
La cancellazione delle serie ha lasciato perplessi molti, perché le recensioni sono sempre state per la maggior parte positive e non sono mancati i premi.
Credo che il più recente sia quello del Parma Film Festival – lo scorso novembre - in cui la Seconda Stagione di Prisma ha vinto il Premio Invenzioni dal vero – Miglior Serie Italiana.
Per aver realizzato un romanzo di formazione che racconta le sfumature, le fragilità, i desideri e la ricerca di sé degli adolescenti con il respiro corale della saga, che si fida della narrazione, lascia parlare le immagini e supera gli stilemi del teen drama per diventare semplicemente cinema. Una serie fluida in tutti i suoi aspetti che, in quanto “invenzione dal vero”, riesce a essere autentico specchio di una generazione, senza dimenticarsi mai della responsabilità sociale e politica che ha chi racconta storie.
In quella occasione – altro elemento importante - Bessegato ha voluto riconosce ai protagonisti anche un lavoro di rimaneggiamento della sceneggiatura: “Più io vedo che un attore tradisce la scrittura perché cerca di farla sua, più io sono contento. Hai bisogno di attori che siano abbastanza intelligenti e coraggiosi da tradire ciò che c’è scritto sul copione e reinterpretarlo. Io scelgo proprio attori che abbiano questa intelligenza”.
Faccio qualche nome perché meritano: Mattia Carrano al suo esordio, Lorenzo Zurzolo (nato nel 2000, ma si è cimentato sia al cinema che in TV, ora è Italo Balbo in M - Il figlio del secolo, la serie di Sky tratta dal libro di Antonio Scurati), la già citata Chiara Bordi, LXX Blood, Elisa Qiu Tian Scenti anche lei al suo esordio e Caterina Forza.
Non so se ho reso adeguatamente giustizia a questa serie – probabilmente no, ma alcune cose non le ho dette per non fare spoiler, mi auguro almeno di avervi incuriosito.
Ultimo recap: Prisma si trova su Prime Video (e forse a breve sulla Rai), è composta da due stagioni, 16 episodi mediamente di 50 minuti ciascuno
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