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  • Immagine del redattoreLaura Invernizzi

La serie teen che non ti aspetti (di guardare a 40anni)

Se vi dico il titolo della serie protagonista di questa settimana - Skam Italia - qualcuno penserà che seguo la moda del momento per raggiungere nuovi ascoltatori che amano il genere..


Posto che sia interessante per me far sì che Radio Tomoko sia sempre più conosciuta, chi segue questo podcast sa che il filo conduttore sono tematiche legate alla realtà che mi circonda, la serendipità, le riflessioni che faccio e i libri che leggo sull’argomento, mettendoci dentro anche serie che non sono nemmeno arrivate in Italia (e probabilmente non le vedremo mai, come quella della scorsa settimana).


Ho già ammesso in passato che molte serie super acclamate e “imperdibili” io me le sia volutamente perse, ignorate o abbandonate dopo solo un episodio (la puntata degli scheletri nell’armadio la farò prima o poi, devo solo organizzare i pensieri).

Potrei usare come scusante il fatto che le serie siano molte, con numerose stagioni, il tempo sia sempre poco, ma di fatto come avviene per tutti da appassionata guardo quello che mi ispira o affine ai miei gusti.


Poi succede che ascolti un’intervista al regista e agli attori e dai una chance ad una serie teen.


Non che in passato non ne abbia viste, ne ho citate alcune anche nel pilot, ma le ultime in onda anche su Netflix (piattaforma che forse più di altre sta allargando la sua offerta cercando di raggiungere segmenti diversi di spettatori) le ho evitate.

E’ accaduto qualche settimana fa, una domenica - il 3 maggio per la precisione - interamente dedicata a GoFest – Il primo evento online dedicato alle serie TV ideato ed organizzato dalla giornalista Marina Pierri (è sempre sua la creazione del Festival delle Serie TV - io ho partecipato a quello dello scorso anno in Triennale) insieme a Tlon.

10 ore di diretta con tantissimi ospiti ed approfondimenti interessanti.


Tra questi quello appunto dedicato a Skam Italia (la 4^ stagione sarebbe uscita di lì a pochi giorni), moderato dalla stessa giornalista con ospiti il regista e showrunner Ludovico Bessegato, Federico Cesari (che interpreta Martino a cui è dedicata la seconda stagione) e Pietro Turano (Filippo nella serie).


Marina Pierri ha espresso un concetto di visione su cui mi concentro poco, prediligendo altri aspetti o spiegazioni per quello che guardo o scelgo: “grazie alle serie TV riusciamo a penetrare all’interno di mondi che non conosciamo e a fare esperienza di vissuti che non sono i nostri.”

Sembra scontato, ma non è così.


Dopo questa lunga premessa entro nel merito di Skam Italia, probabilmente qualcuno saprà già tutto, cerco di essere essenziale, ma dando comunque qualche dettaglio a chi la sente nominare per la prima volta (ovviamente senza spoiler).

Nasce da un format norvegese del 2015 (Skam vuol dire vergogna), e lo fa in modo particolare - come del resto l’originale - perché si tratta di una serie web i cui episodi sono composti da più clip (di durata variabile) che per le prime due stagioni venivano pubblicate gratuitamente in tempo reale sul sito di Skam italia, ma gli spettatori potevano saperne più sulla trama anche attraverso contenuti extra, come i profili social dei protagonisti e le loro conversazioni WhatsApp.

Dalla terza stagione invece la serie è su TimVision (ma sempre con contenuti extra) per arrivare alla quarta co prodotta Netflix* (si era parlato di chiusura…quindi il loro arrivo ha permesso di proseguire questa esperienza) con la messa in onda di tutti gli episodi lo scorso 15 maggio, vuoi per il metodo di fruizione della piattaforma, vuoi per il fatto che l’emergenza Covid ha cambiato un po’ le regole del gioco.

Tutte le stagioni sono disponibili su Netflix e Timvision (e sono comprensibili anche senza contenuti extra nel caso si voglia fare binge watching come ho fatto io).


Cosa racconta? La vita di alcuni studenti di un liceo di Roma e ogni stagione segue il punto di vita di uno di loro e le sue problematiche: Eva, Martino, Eleonora e Sana.


Come ha spiegato il regista in un’intervista a Fanpage, l’adattamento doveva comunque seguire alcune linee guida del format originale, quindi niente lanci o conferenze stampa, ma lasciare che il passaparola facesse la propria parte, funzionando perfettamente, con una community molto attiva.

Chi si è occupato dei vari “remake” passatemi il termine – Francia, Belgio, Stati Uniti, Spagna solo per citarne alcuni – è stato invitato per una due giorni a Oslo per approfondire il format che ovviamente ha una parte di sviluppo libero visto che si tratta di realtà diverse tra loro.

Cosa fondamentale che a mio avviso segna un punto a favore di Skam è l’aver coinvolto i ragazzi attraverso delle interviste, chiedere, ascoltare e circondarsi – come ha spiegato ancora Bessegato a GoFest - di persone che sanno di più.

L’Arcigay Roma per la stagione dedicata a Martino e alla ricerca della sua identità sessuale - tra gli attori c’è anche il vicepresidente della sezione Pietro Turano - e nel caso della quarta in cui il tema è l’Islam è stata coinvolta Sumaya Abdel Qader, consigliera comunale di Milano ed è tra i fondatori dell’associazione GMI (Giovani Musulmani d’Italia).


Temi importanti, attuali e che fanno discutere, trattati qui in modo davvero interessante (e che può far riflettere tutti…e non è retorica) ad esempio trattare il tema dell’omosessualità non attraverso l’omofobia, ma con una storia d’amore – come hanno spiegato nella live di GoFest attori e regista. Ho volutamente evitato il termine teen drama, prediligendo solo serie teen proprio a sottolineare l’aspetto di normalità con cui si affrontano le vicende, come accadrebbe nella nostra vita (lontano quindi dalle immagini di ragazzi alla deriva a cui anche quelli della mia età erano abituati a vedere in TV).


Ho amato particolarmente proprio le due stagioni più intense (la seconda e la quarta) e le modalità in cui sono state sviluppate, lasciando anche spazio ai punti di domanda.


Un aspetto che ha fatto cadere ulteriormente le mie diffidenze sulle serie TV italiane (alcune le guardo eh…mi piacciono e le ho già menzionate nel podcast) è la bravura di questi giovani attori, la loro spontaneità e naturalezza, l’essere convincenti tanto da pensare di non essere di fronte ad una serie, ma a qualcosa di reale.


Per molti giornalisti Skam Italia scrive la storia della serialità italiana, che ha varcato i confini nazionali già due anni fa quando è apparsa su un articolo di Buzzfeed.

Le premesse e la nuova generazione di attori fa ben sperare e potrebbe definitivamente abbattere le mie prevenzioni sulle serie made in Italy.


Non so se sono riuscita aggiungere condensare tutto, a dare il mio contributo a questa serie di cui si parla già tantissimo, ma soprattutto di aver sottolineato quali aspetti ami di Skam Italia, mi auguro di sì.


*nel giugno 2021 è stata confermata una quinta stagione in uscita nel 2022.

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