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Immagine del redattoreLaura Invernizzi

Petra tra libri e serie TV

Aggiornamento: 24 nov 2021

Nella puntata 39 L’Italia nelle serie TV ho accennato a Petra, serie di Sky in 4 episodi ambientata a Genova, annunciando una puntata specifica perché l’esperimento che stavo conducendo avrebbe richiesto tempo.

Chi segue Il divano chiama sa che ho un calendario personale, decisamente diverso da quello dei palinsesti quindi è vero che la serie è andata in onda dal 14 settembre al 5 ottobre, ma secondo me è interessante parlarne anche perché rispetto alla tv generalista le serie TV (ma anche altre produzioni) con l’avvento delle piattaforme di streaming restano a disposizione a lungo per una visione in linea coi propri tempi.


Petra è l’adattamento italiano dei primi 4 libri di Alicia Giménez Bartlett, prolifica scrittrice spagnola che su questo personaggio ha dedicato ben 12 romanzi tra il 1996 e il 2017* (pubblicati in Italia da Sellerio).

Potevo quindi ignorare questo dettaglio e guardare solo la serie? Ovviamente no…quindi mi sono letta anche i romanzi (quelli appunto relativi agli episodi).


Per quanto riguarda la metodologia mi ha aiutato un commento - visto non ricordo più su che sito – in cui si criticava la trama del primo episodio sostenendo fosse troppo scontata.

Non so se fosse stato fatto da un appassionato lettore della Bartlett, ma mi ha fatto pensare che sperare in un adattamento totalmente in linea coi libri ci fa perdere di vista l’obiettività.


Quanti leggono i libri dopo aver visto una serie? Forse pochi, più spesso avviene il contrario, ma il discorso nel caso di film o serie TV dovrebbe essere un altro; la storia è credibile? Accattivante? Si regge da sola in piedi pur non avendo i riferimenti letterari dietro a spiegarti alcune cose?

Nel caso di un crime/detective storie o giallo (decidete voi la definizione) come si sviluppa la vicenda, la credibilità nelle indagini (pur ovviamente sapendo si tratti di finzione) per la ricerca e l’arresto del colpevole.

Ho letto quindi il primo e terzo romanzo - Riti di morte e Messaggeri dell'oscurità - prima di guardare i due episodi mentre per il secondo e quarto Giorno da cani e Morti di carta prima ho visto la serie e poi letto i libri da cui erano tratti.

Proprio per capire se l’adattamento della serie potesse essere credibile e camminasse con le proprie gambe e la risposta è sì, ma ora argomento un po’ le differenze riscontrate tra libri e serie.

Quella evidente è l’ambientazione, se nei romanzi a fare da sfondo è Barcellona, per Petra è stata scelta Genova, una città che la regista Maria Sole Tognazzi - come avevo già avuto modo di dire – considera come una terza protagonista, una città poco sfruttata, ha aggiunto il direttore della fotografia Arnaldo Catinari, una città – come dice Paola Cortellesi che veste i panni di Petra “in cui convivono quartieri malfamati assieme ad angoli di una bellezza pazzesca.”

Niente a che vedere con le immagini da cartolina però.


Petra: una donna sulla quarantina, due matrimoni alle spalle, un passato da avvocata – come viene sottolineato nella serie – una nuova vita all’interno della polizia (ma in archivio - per sua scelta) finisce per occuparsi di un caso di violenza sessuale insieme a un viceispettore che non potrebbe essere più lontano da lei: Fermín Garzón nel libro mentre nella serie si chiama Antonio Monte ed è interpretato da Andrea Pennacchi, vedovo, che lavora spesso sotto copertura e prossimo alla pensione.

Lei è…ruvida.

Non ha paura a dire quello che pensa, molto ironica e non si cura (troppo) del giudizio degli altri

Gli scambi tra i due sono alla base delle indagini, ma motivo di riflessione sulla loro vita.

Questo avviene sia nei libri che nella serie anche se nei romanzi il pensiero di Petra è voce narrante, cosa che mi sarebbe piaciuto vedere o meglio sentire di più anche negli episodi che lasciamo più spazio invece all’immaginazione dello spettatore. Si vede Petra “confrontarsi” silenziosamente con gli ospiti dell’acquario di Genova (le immagini sono bellissime tra l’altro).

Torno alla trama.

Rendere visivamente libri e storie che si sviluppano in più di 400 pagine risulta complesso anche per il numero di elementi che l’autrice inserisce, in termini di personaggi e descrizioni, alcune parti nella serie sono stati omesse, ma te ne accorgi appunto se hai letto prima il libro.

Qindi la semplificazione sembra ingiustificata e magari fastidiosa, ma in realtà se si guarda solo la serie, le 4 storie – questa è la definizione utilizzata dalla produzione – risultano come dicevo prima credibili e non scontate anche agli occhi di chi è abituato ai crime americani, forse solo la terza mi ha lasciata perplessa, ma il caso (nel libro) era veramente complesso.

Anche in questo caso libri vs adattamento cinematografico/televisioni di cui ho parlato spesso viaggiano su linee parallele…e qualche volta su un unico binario.

La serie ha riscosso fin dal primo episodio molto successo, 708 mila spettatori medi (dato del primo giorno di messa in onda, comprensivo di Primissime) portando così Petra a ottenere il miglior risultato di sempre per un nuovo titolo Sky Original, superando anche la prima stagione di Gomorra e The Young Pope, (fonte Sky) ma i numeri poi sono cresciuti nel corso del tempo. Ricordo che è disponibile su Sky e su Now TV.


Merito indubbiamente degli attori – la Cortellesi si è cimentata per la prima volta in un ruolo di questo tipo, ma ha reso molto bene Petra io mi ero immaginata Lucia Mascino che interpreta il commissario di polizia ne I delitti del bar lume (probabilmente per una questione di affinità col personaggio/ruolo).


Ma cos’ha detto l’autrice dei libri su questa serie?

Si è detta molto felice di questa serie, si augura ci possano essere altre storie tratte dai suoi libri, cosa già accaduta in Spagna con un adattamento in 13 episodi del 1999 che si intitolava Petra Delicado.

Ho visto una decina di minuti…ma i protagonisti mi sembravano poco adatti, lui troppo giovane e lei troppo sofisticata e sorridente!

Secondo la Bartlett, Paola Cortellesi è perfetta per interpretare Petra. “È una donna bella, ma non è una Barbie (nota: nei libri non c’è una descrizione fisica precisa di lei). Possiede una grandissima sensibilità. All’inizio non aveva pensato all’ossimoro celato nel nome del personaggio. La durezza del nome e Petra contrapposto al calore del cognome Delicato. (Delicado nei libri). E in fondo queste sono le sue caratteristiche primarie. Petra è una donna tosta, ma capace di riconoscere il dolore delle persone che stanno soffrendo. Anche Andrea Pennacchi che interpreta il vice ispettore è molto adatto per il personaggio…la scrittrice ha sottolineato anche lei il rapporto tra i due, un’amicizia importante tra uomo e donna, belle parole poi le ha spese per la regista, Maria Sole Tognazzi.


Una serie italiana godibile e ben fatta insomma. Nel mio caso ho scoperto una scrittrice interessante che entra di diritto – parlando questa volta di libri – tra le saghe crime che seguo da anni e che includono Patricia Cornwell, Katy Reichs, Terry Gerritsen e Camilla Lackberg (che hanno tra le altre cose protagoniste donne).

E questo grazie ad una serie TV!



*nel 2020 è uscito Sin muertos, tradotto in Italia dal Sellerio nel 2021 col titolo Autobiografia di Petra Delicado

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