Ad inizio mese Spotify mi ha indicato cosa ho ascoltato di più nel 2020 in termini di artisti, canzoni, podcast (parlo di me, ma riguarda tutti quelli che ne usufruiscono).
Diciamo che a fine anno è tutto un elenco, personale o a livello globale. E se nel 2019 da queste parti vi confessavo di avere qualche difficoltà nel consigliare serie TV, rincaro la dose dicendo che non sono capace di fare “la liste delle canzoni della mia vita, le serie TV più belle ecc…”
Magari se ci penso un po’ qualcosa tiro fuori, ma è la sintesi che mi frega; condensare tutto in pochi punti non fa per me e poi ci sono sempre mille fattori. Ci sono canzoni o serie TV che ho amato e chi mi ricordano un determinato periodo, hanno una precisa collocazione insieme a sensazioni e profumi. Renderli statici ancora non ce la faccio.
Ci riesce bene Rob protagonista di High Fidelity, libro del 1995 di Nick Hornby, film con John Cusack nel 2000 e serie TV del 2020 con Zoe Kravitz (sì, la figlia di Lenny e di Lisa Bonet)
Ho fatto per l’occasione – e come spesso accade in questi casi – una full immersion con la visione della serie (avvenuta qualche mese fa, ma ripresa la scorsa settimana), il film ed infine il libro….un percorso a ritroso.
Di cosa si parla? Per quanti non hanno mai sentito parlare di High Fidelity – Alta Fedeltà prendo la sinossi di Guanda, casa editrice che lo ha pubblicato in Italia.
Si può dividere l'esistenza con qualcuno che ha una collezione di dischi incompatibile con la propria? Trentacinquenne appassionato di musica pop, ex dj e attualmente proprietario di un negozio di dischi in cattive acque, Rob Fleming è pieno di interrogativi che lo inquietano. La ragazza lo ha appena lasciato; se per caso ritornasse, sarebbe capace di amarla totalmente, disperatamente come adesso? Appassionato, commovente, amaro, ma anche e soprattutto ironico, anche e soprattutto divertente, Alta fedeltà mette felicemente in scena le avventure, gli amori, i sogni, le disillusioni di una generazione (di trentenni) già piuttosto provata, ma ancora piena di voglia di vivere.
La casa editrice ha ripubblicato il romanzo con una nuova prefazione dell’autore – molto bella tra l’altro.
Si snellisce nelle elucubrazioni mentali e con una ambientazione americana - Chicago - il film che come dicevo prima ha per protagonista John Cusack – figura anche tra gli sceneggiatori – è presente Lisa Bonet nella parte di Marie LaSalle con cui Rob ha una breve storia e uno strabordante Jack Black nel ruolo di Barry, amico e commesso del negozio di dischi.
(Abbiamo anche l’apparizione di Bruce Springsteen e Tim Robbins capellone e Catherine Zeta Jones)
E poi si arriva alla serie, ma prima di addentrarmi lascio parlare l’autore con l’articolo che ha pubblicato su Rolling Stone “Why a ‘High Fidelity’ Reboot Made Perfect Sense”, Perché un reboot di ‘Alta fedeltà’ ha più che senso oggi.
Scrive di non ho aver saputo che Alta fedeltà sarebbe diventata una serie TV fino a quando i piani non erano già piuttosto avanzati. Quando ha venduto i diritti cinematografici del libro durante gli anni Novanta, ha ceduto anche i diritti televisivi.
All’inizio il fatto che ci fosse Zoe Kravitz figlia di una rock star e di Lisa Bonet che aveva partecipato al film gli è parso un espediente, un trucco, ma poi si è ricreduto su di lei dopo aver ricevuto le sue playlist.
“Ogni volta che ho avuto modo di immergermi di nuovo nel libro, sono stato colpito dalla sua malinconia. E quella sensazione c’è tutta nella serie: la Rob di Zoë ama il blues.
La serie su Alta fedeltà fa i conti con la contemporaneità. Le playlist sono digitali, ma i cuori spezzati da uomini e donne incoscienti sono ancora scomodamente e dolorosamente analogici.”
High Fidelity – 10 episodi – trasmessa da Hulu il 14 febbraio scorso e in Italia su Starzplay il 10 settembre è ambientata a Brooklyn, la protagonista è una donna sulla trentina che è stata appena lasciata dal fidanzato e si racconta a noi e ci mostra la sua vita, i suoi amici e colleghi, i/le suoi ex.
Tutto condito da classifiche.
Anche se per una cosa siamo d’accordo; fare le compilation è un’arte delicata, come scrivere una lettera d’amore, ma in modo migliore perché dici cose attraverso le parole di altri e poi ovviamente ci sono delle regole. Devi raccontare una storia, non deve essere scontata la scelta, ma nemmeno troppo oscura, per non parlare della canzone iniziale….Insomma anche a noi è capitato, no?
E il fatto che il tutto non sia ristretto in 109 minuti o in 250 pagine (circa) ha permesso un approfondimento diverso, uno sviluppo che probabilmente sarebbe continuato anche dopo la prima stagione se Hulu non avesse deciso per la cancellazione - pare fosse previsto un focus maggiore su Cherise…la versione femminile di Barry (nel libro e nel film).
Una sorta di fulmine a ciel sereno perché le recensioni erano positive e la reazione di Zoe non si è fatta attendere…dopo un post su Instagram in un commento a Tessa Thompson ha scritto “Va bene così…Tanto Hulu ha un sacco di altri show con protagoniste donne di colore…Ah no aspetta…”
Ci sono molti elementi interessanti nella serie, molti dovuti anche alla stessa Kravitz come l’aver scelto un’ambientazione come Crown Heiqhts (Brooklyn) invece di Los Angeles (come era scritto nel copione), l’aver invece mantenuto lo stesso nome Rob/Robin, per non parlare delle scelte musicali.
L’attrice ed executive producer ha detto di essere stata in qualche modo simile alla protagonista in un periodo della sua vita, forse non a 30 anni ma a 20/25 sicuramente quel modo di auto sabotare la propria felicità, il fuggire dalle situazioni (le lo fa letteralmente dopo aver detto “vado alla toilette”) mi ha ricordato un po’ me stessa, molto più di quanto potesse farlo il libro o il film e la credibilità della storia – seppur nelle differenze di genere – non viene meno.
Un altro aspetto che ha sottolineato Kingsley Ben-Adir, attore che interpreta Mac, l’ex fidanzato di Rob che si è detto dispiaciuto della cancellazione perché poche volte si vede una coppia nera in cui non c’è uno dei due che va in prigione o che ha fratelli o genitori in carcere. Solo due persone innamorate. “E’ importante - dice l’attore - per tutti vedere rappresentate i neri in questo modo “We’re just normal, we just do regular things too”…sembra banale ma se ci fate caso la rappresentazione a cui siamo abituati è ben diversa.
Sicuramente una serie da vedere sia per chi ha amato il libro e il film, sia per quanti non sanno nulla del pregresso perché è High Fidelity è in grado - da una parte di reggere l’eredità, ma allo stesso tempo di camminare con le proprie gambe.
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