Sullo scandalo Watergate la maggior parte di noi ricorda l’immagine di Nixon durante la diretta televisiva in cui annunciò le sue dimissioni. Era il 9 agosto 1974.
Il tutto però prese il via un paio di anni prima, il 17 giugno 1972 con la scoperta di cinque uomini all’interno del Quartier generale del Comitato Nazionale Democratico (DNC) al Watergate Complex di Washington, DC.
Nonostante gli arresti, fu difficile fa emergere la verità, ma una delle figure centrali di questa vicenda è Martha Mitchell, moglie di John Mitchell, ex procuratore generale degli Stati Uniti nell'amministrazione Nixon (si dimise per seguire la campagna di rielezione del Presidente).
Fu definita la Cassandra del Watergate, il suo nome è stato utilizzato per definire “il processo mediante il quale uno psichiatra, uno psicologo, un medico di salute mentale o un altro professionista medico etichetta l'accurata percezione di eventi reali da parte del paziente come delirante, risultando in una diagnosi errata” (l’effetto Martha Mitchell).
Era una donna che non passava inosservata ed era nota per la sua schiettezza, le telefonate serali ai giornalisti e le apparizioni televisive.
A 50 anni dall’inizio del Watergate, abbiamo modo di conoscerla meglio con una serie TV – Gaslit - e un documentario – The Martha Mitchell Effect.
Tratta dalla prima stagione del podcast Slow Burn di Leon Neyfakh, la serie - disponibile su Starz - mette al centro i protagonisti della vicenda Watergate a partire da Marta Mitchell, interpretata da Julia Roberts, e il rapporto con marito John, un irriconoscibile Sean Penn e la figlia.
Un rapporto d’amore, ma anche di potere ed ambizione tanto da spingere John Mitchell a far in modo che la moglie non possa parlare con nessuno e minando la sua credibilità.
Non è l’unica relazione presente nella serie, c’è infatti John Dean (interpretato da Dan Stevens), consulente della Casa Bianca - che ha giocato un ruolo chiave nel rivelare il coinvolgimento di Nixon nello scandalo Watergate - e la sua futura moglie Mo Kane.
Ampio spazio è dato a Gordon Libby, ex agente del FBI ed artefice dell’operazione Gemstone, le cui azioni proposte ed in parte attuate portarono allo scandalo Watergate.
Il termine gaslighting è utilizzato per definire gli atti volti a far mettere qualcuno in discussione la propria realtà, attraverso una falsa narrazione.
Deriva dall'opera teatrale del 1938 Gaslight di Patrick Hamilton. Nella storia, un marito cerca di portare la moglie alla pazzia manipolando piccoli elementi dell'ambiente, per esempio affievolendo le luci delle lampade a gas. La moglie nota questi cambiamenti, ma il marito insiste nell'affermare che sia lei a ricordare male o inventarsi le cose. Questo porta la moglie a dubitare sempre di più delle sue sensazioni e diventare sempre più emotivamente instabile.
Insomma dalla vicenda Watergate emergono elementi di psicologia e manipolazione che oggi ben conosciamo e riconosciamo soprattutto se il nostro punto di vista è esterno.
Il documentario The Martha Mitchell Effect / L’effetto Martha Mitchell disponibile su Netflix ce lo mostra attraverso filmati e media dell’epoca. Una costante attenzione ad una donna molto in vista, a volte sopra le righe, ma schietta. In pochi le hanno creduto, soprattutto quando dichiarò di essere stata rapita mentre si trovava in California ed è valsa a poco la riabilitazione a seguito delle rivelazioni che confermavano quanto andava dicendo da anni.
Peccato che il documentario duri meno di un’ora, sarebbe stato interessante un ulteriore approfondimento.
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