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Immagine del redattoreWilma Viganò

Viale Sarca - 1

Aggiornamento: 11 ott 2021

LA PERIFERIA CHE RIPARTE


Oggi (e la prossima settimana) vi propongo passeggiate in periferia. E che periferia! Se immaginate cascine, osterie e parchi, beh, dimenticateli. Qui si parla di ambienti nobiliari, scienze ed arti.

Com’è possibile? Camminiamo insieme lungo viale Sarca e ve lo racconto.

Punto di partenza: il capolinea della metro lilla, cioè Bignami. E se non avete ancora provato l’ebbrezza di sedervi sul vagone di testa di questa linea autoguidata, è l’occasione per farlo. Sembra di essere sulle giostre!

Villa Torretta - Cortile - Wilma Viganò

Scesi dalla metropolitana, percorriamo un centinaio di metri lungo viale Zara, in direzione Sesto San Giovanni, sino all’incrocio con una piccola trasversale simbolicamente denominata Via Milanese. Qui ci appare Villa Torretta, un’imponente costruzione che nei secoli ha mutato tante pelli: da avamposto militare a villa di vacanza di nobili milanesi, da dormitorio a cascina, da covo di drogati e malavitosi all’attuale albergo a cinque stelle con vista sul più grande parco di Milano, il Parco Nord.

L’origine della costruzione è leggendaria, e si perde nei tempi della regina Teodolinda. Documentato è invece il suo ruolo nel ‘400 quando divenne un avamposto militare (da cui il nome La Torretta) della Bicocca degli Arcimboldi, situata a circa un chilometro di distanza. Trasformata in “villa di delizia” nella seconda metà del ‘500, la Torretta divenne nei secoli proprietà e soggiorno per le vacanze di alcune tra le più importanti famiglie milanesi e sestesi: dai Visconti ai Serbelloni, dai Marino ai De Ponti. Ma la vera artefice della sua trasformazione fu la contessa Delia Spinola-Anguissola che l’aveva ereditata dal padre, un faccendiere del Marino (quello del palazzo municipale) e che, rimasta vedova senza figli in giovane età, ne fece il suo hobby di decoratrice ante litteram.

Nel 1903, in piena industrializzazione della zona nord di Milano, la proprietà della villa passa alla Breda, che la utilizza come alloggio per i propri dipendenti. Segue un lungo periodo di decadimento, bombardamenti e incendi, tanto che il complesso da “villa” viene declassato a “cascina” ed abbandonato. Per fortuna, nel 1997 subentra il Consorzio Parco Nord di Milano che dà il via ad una accurato restauro.

Oggi Villa Torretta è un rinomato hotel a 5 stelle dove spesso soggiornano i grandi artisti italiani ed internazionali che si esibiscono al vicino Teatro degli Arcimboldi.

Visitando la villa ci si perde. Livelli diversi, scale, camere, salette e saloni, loggiati, anfratti, corridoi, sotterranei e sottotetti, torrette, verande… tutto perfettamente restaurato recuperando il recuperabile. Tra le camere, la più famosa è senz’altro la 001, già camera della Contessa, dove – si racconta – che aleggi ancora il suo fantasma. Un abituale ospite inglese pare la esiga per ogni suo soggiorno. La stanza è completamente pittata, così come l’adiacente camera da bagno originale. Entrambi gli ambienti hanno bellissimi soffitti a cassettoni decorati con tralci d’edera, mentre sulle pareti sono rappresentate figure di donne impegnate in lavori femminili. E poi la sala delle rondini, quella degli stemmi, la sala da pranzo con vista sul parco, e tanti altri ambienti dove sono da ammirare soprattutto i soffitti originali che, essendo in alto, sono le parti che più si sono salvate dai disastri del tempo.

L’attuale proprietà ha organizzato in passato interessantissime visite gratuite a guida di una entusiasta ed appassionata signora del quartiere che per più di 20 anni si è dedicata allo studio del complesso e alla documentazione della sua ricostruzione. E lei sì che ha un’infinità di storie da raccontare!

Oratorio Santa Margherita - facciata - Wilma Viganò

Usciti dall’albergo, nel piccolo cortile adiacente al portale, sorge l’oratorio di Santa Margherita fatto costruire sempre dalla solita Contessa Spinola-Anguissola, con ogni probabilità sul luogo di una preesistente cappella medievale. La facciata della chiesina è un barocco-rinascimentale un po’ di maniera ma all’interno sono stati recuperati una serie di interessanti affreschi raffiguranti vari Santi, la Vergine ed angeli musicanti la cui paternità è stata attribuita alla bottega del Procaccini. Nelle cronache ecclesiastiche si legge di una visita di Carlo Borromeo all’Oratorio nel 1582.

La chiesa venne sconsacrata nel 1925 e trasformata in fienile, mentre nel successivo periodo di appartenenza alla Breda fu adibita a dormitorio femminile per le dipendenti. L’attuale restauro risale all’inizio del 2000. Ed è da qui, cioè da sotto l’altare maggiore, che parte un lungo cunicolo sotterraneo che collega il complesso della Torretta con l’altro avanposto militare della zona, cioè la Bicocca degli Arcimboldi. Il cunicolo è stato chiuso un po’ di anni fa per ragioni di sicurezza. Sembra infatti che i ragazzini della zona ci si calassero per giocare.

Risaliamo ora viale Sarca (all’altra estremità di via Milanese) per qualche centinaio di metri con direzione centro città e, sulla parte opposta del viale, all’altezza del numero 230, ci apparirà l’alta ciminiera della Torre Breda, da non confondersi con il grattacielo di piazza della Repubblica. Questo complesso è un perfetto esempio di riqualificazione di aree industriali. Qui, nel territorio dove la Breda confinava con la Pirelli, venne costruita nel 1913 l’U36, (questo era il suo nome ufficiale), una torre alta 45 metri che era un serbatoio idraulico sulla linea dell’acquedotto. Quando l’area fu convertita da industriale a terziario, la torre, con annessi locali per il funzionamento del serbatoio e l’abitazione del custode, venne dismessa per poi essere concessa nel 2003 alla vicina Università Milano-Bicocca che ha provveduto al restauro conservativo.

Esterno ed interno sono impeccabili. Curatissimo nei dettagli, il ripristino è stato realizzato ispirandosi al quattrocento lombardo della vicina Bicocca degli Arcimboldi e nel pieno rispetto di strutture e materiali originali. All’interno si può raggiungere la cisterna con una straniante scala a chiocciola, mentre l’edificio ospita al pianterreno uffici, al primo piano sale multifunzionali per incontri e conferenze, e un piccolo auditorium di 72 posti nel seminterrato.

Il tutto è utilizzato dai dipartimenti di Scienza dell’Ambiente e del Territorio dell’Università-Bicocca come laboratorio “open air” per misurare la qualità dell’aria e l’inquinamento acustico. A queste funzioni si aggiungerà presto quella di stazione meteorologica completa installata dal laboratorio di Chimica dell’Atmosfera.

Così passato e futuro sono virtuosamente uniti.

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